Gestione delle emergenze: guida ai modelli di coordinamento

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La gestione delle grandi emergenze è caratterizzata dall’intervento di soggetti eterogenei e da importanti problemi di coordinamento.

Questa complessità gestionale è riscontrabile sia a livello orizzontale che verticale.

Nel primo caso di tratta di stabilire una comunicazione tra soggetti diversi, che non sempre lavorano insieme (Vigili del Fuoco, Operatori di Infrastrutture Critiche, Infrastrutture Stradali) e che, in caso di emergenza, devono prendere decisioni comuni in tempi rapidi

Nel secondo caso le difficoltà dipendono dall’escalation dell’evento emergenziale, nel caso in cui l’ente inizialmente preposto a gestire l’emergenza (ad esempio il Comune) si trovasse in difficoltà potrebbe chiedere l’intervento di un ente di livello superiore. In questo scenario, bisogna stabilire un flusso di comunicazione appropriato e gestire al meglio degli attori che solitamente non sono operativi su un dato territorio.

Ma quali sono, nello specifico, i modelli di coordinamento utilizzati in caso di emergenza?

I modelli gerarchici per la gestione delle emergenze

Pur essendo il quadro a livello Europeo molto variegato e con differenti sfumature, è possibile identificare alcuni aspetti tipici della gestione dei grandi eventi, in particolare:

  • La responsabilità è gestita a diversi livelli gerarchici, ognuno dei quali, ad eccezione del livello nazionale, è suddiviso in diverse giurisdizioni geografiche.
  • Viene utilizzata una scala di livelli di emergenza condivisa, che determina il tipo di intervento necessario.
  • Ogni unità responsabile ha un Comitato Direttivo (steering committee) e un Centro Operativo (EOC).
  • Il Centro Operativo di Emergenza (EOC) organizza e controlla le azioni delle unità responsabili.
  • Ogni unità responsabile pubblica le proprie SOP, che rispettano un quadro generale, ma non sono omogenee.
  • Le stime dei potenziali danni mediante modelli scientifici, quando disponibili, vengono utilizzate solo dall'unità di responsabilità nazionale.

Possiamo, dunque, individuare diversi modelli di coordinamento (Nazionale, Regionale, Locale) in funzione della dimensione del Paese, suddivisi in un EOC (Emergency Operation Center) per le operazioni operative ed in uno Steering Comittee per le decisioni strategiche.

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Nell’immagine è rappresentata la relazione tra i vari soggetti. Ogni livello comunica con il livello superiore e con i livelli inferiori per la richiesta di attivazione, comunicazioni di esigenze straordinarie, per fornire quadro situazionale e indicazione sul da farsi. Inoltre, ogni livello (di solito quello inferiore) gestisce le attività sul campo come la stima dei danni, le operazioni di soccorso e la comunicazione con gli stakeholder rilevanti.

Gestione dell’Emergenza: modelli organizzativi

Nell’ambito della gestione ottimizzata delle emergenze, è necessario definire un’organizzazione all’interno di ciascun EOC e stabilire i modelli di coordinamento, che devono essere messi in atto tra i soggetti coinvolti.

In Europa, ogni Paese si organizza secondo le proprie caratteristiche giuridiche e territoriali. In Italia, ad esempio, viene utilizzato il metodo Augustus: un modello che definisce modalità organizzative e di pianificazione. Semplificando, esso prevede di organizzare l’EOC con 15 Funzioni di supporto, ciascuna competente su uno specifico ambito (Logistica, Coordinamento, Volontariato, Sanità, Trasporti, Energia, Telecomunicazioni, ecc.). L’obiettivo è che queste funzioni, che di solito operano in autonomia, si coordinino per risolvere l’emergenza.

Altre realtà hanno invece meccanismi maggiormente direttivi che identificano per ogni possibile rischio chi è il soggetto responsabile e qual è la catena di comando da mettere in atto. C’è quindi collaborazione, ma secondo un preciso modello gerarchico. Tale modello, di derivazione americana, è detto ICS – Incident Command System.y

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Gestione delle emergenze: i vantaggi di una piattaforma software

Una gestione così complessa richiede non solo formazione costante ed esercitazioni per gli operatori, ma anche strumenti e tecnologie in grado di ridurre gli errori e automatizzare i processi.

Safety 1st, la piattaforma software di Beta 80 Group è pensata proprio per supportare le Sale Operative a 360 gradi.

Ecco le principali caratteristiche della piattaforma, utili in fase di coordinamento di un’emergenza:

  • È un sistema multi-ente con una organizzazione gerarchica e/o collaborativa. Implementa sia il metodo Augustus sia l’ICS. È, dunque, possibile fare in modo che i soggetti coinvolti nell’emergenza condividano la stessa piattaforma, inserendo ciascuno le proprie attività ed eseguendo le proprie checklist. Questo rende la piattaforma utilizzabile in modo parallelo da più attori, appartenenti a diversi livelli gerarchici (ad esempio: Una Regione potrebbe distribuire la piattaforma a tutti i suoi Comuni).
  • È un sistema collaborativo. Consente a chi coordina l’evento di ingaggiare specifiche funzioni e/o enti all’interno di uno stesso evento, consentendo una gestione collaborativa e la condivisione delle informazioni.
  • È in grado di gestire sia eventi reali, sia simulazioni, in caso di esercitazioni, come nel recente progetto TURNkey
  • La piattaforma nasce per essere utilizzata sia in tempo di pace, per la gestione amministrativa, sia in caso di emergenza.
  • L’architettura a servizi della piattaforma consente comunicazioni verso soggetti esterni. Queste possono avvenire sia in modo applicativo (utilizzando, ad esempio, lo standard CAP – Common Alerting Protocol) sia in modo tradizionale.

Grazie alla sua struttura, Safety 1st è quindi in grado di accompagnare i vari attori nelle loro attività di previsione e gestione di emergenze su larga scala, in maniera semplice e rapida.