L'Early Warning è spesso erroneamente considerato come un avviso tempestivo, inviato in risposta al verificarsi di una determinata situazione. Si pensi, ad esempio, al sensore che registra il livello di guardia del fiume e che invia una notifica se questo viene superato. Questa definizione è piuttosto imprecisa e talvolta utilizzata in modo improprio.
Una situazione di questo tipo, infatti, non definisce correttamente il sistema.
Un sistema di Early Warning va considerato come un insieme di strumenti che permettono di inviare un avviso prima che un dato evento accada e con un anticipo sufficiente perché sia possibile prepararsi per la sua gestione.
Sono diversi gli esempi che permettono di chiarire la modalità operativa dell’Early Warning. Nel caso degli tsunami, per via della grande distanza dell’onda dall’epicentro, grazie all’Early Warning è possibile comunicare alla popolazione l’arrivo dell’onda con un anticipo sufficiente a garantire l’evacuazione dell’area interessata.
Lo stesso, in certe condizioni, avviene nel caso dei fenomeni sismici. In America Latina, infatti, l’Early Warning è molto utilizzato proprio allo scopo di informare tempestivamente la popolazione su eventuali scosse in arrivo.
I 3 pilastri dell’Early Warning
Implementare l’Early Warning è piuttosto complesso. Per farlo al meglio, sono necessari 3 componenti fondamentali, che devono necessariamente lavorare in modo simultaneo:
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Sensori per il monitoraggio del territorio, l’input indispensabile per la registrazione dei fenomeni.
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Algoritmi predittivi, in grado di interpretare le conseguenze dei singoli eventi e il livello di rischiosità.
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Infrastruttura di comunicazione, uno strumento di condivisione delle informazioni per fornire quadri sintetici delle situazioni in corso e inviare allerte alla popolazione nel più breve tempo possibile.
Ad esempio, applicare l’Early Warning nella gestione di un’eventuale esondazione di un fiume, significa installare una rete di sensori per la misurazione delle condizioni meteo e del livello delle acque; utilizzare degli algoritmi per calcolare l’onda di piena e adottare un’infrastruttura di comunicazione per inviare segnali di allarme ogni qualvolta che degli effetti critici vengono rilevati.
Un concetto esteso di Early Warning
Il concetto di Early Warning può essere ampliato e inteso come lo strumento in grado di notificare in modo tempestivo l’aumento della probabilità di accadimento di eventi avversi, prima che essi si verifichino concretamente. Ciò aumenta la capacità di preparazione e messa in atto delle corrette procedure, aiutando i cittadini e gli addetti ai lavori ad organizzarsi in modo efficace.
In tale contesto, i bollettini emessi dal Centro Funzionale Regionale relativi all’allerta idro-metereologica possono essere considerati una parziale applicazione della metodologia Early Warning. Infatti, la comunicazione di un allerta meteo inviata il giorno prima permette agli enti interessati di mettere in atto i comportamenti più idonei per la gestione della situazione. La notifica dell’allerta, inoltre, aiuta a prendere consapevolezza e pianificare le misure preventive da attuare per rispondere all’anomalia registrata.
La chiave per affrontare le Maxi Emergenze
L’importanza della metodologia Early Warning nella gestione delle maxi-emergenze appare piuttosto evidente. Sapere in anticipo che sta per manifestarsi un evento avverso permette di organizzare tempestivamente le migliori azioni per affrontarlo. Tuttavia, l’Early Warning da solo non è sufficiente; è indispensabile investire tempo e risorse nell’attività di pianificazione e definizione delle procedure di emergenza.
Consideriamo il caso di un’area a rischio tsunami. La corretta applicazione della metodologia Early Warning, sostenuta da una fase di preparazione avanzata, si articola in 2 momenti principali:
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Invio della segnalazione 30 minuti pima dell’arrivo di un’onda tsunami.
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Avvio delle procedure di emergenza e organizzazione dell’evacuazione all’interno dell’area interessata, già istruita in tempo di pace all’adozione dei corretti comportamenti.
Early Warning: al centro della soluzione Safety 1st
Safety 1st è la soluzione progettata da Beta 80 Group per la Sala Operativa di Protezione Civile. Il sistema permette l’integrazione con una rete di sensori installata sul territorio, l’interpretazione dei dati ricevuti e l’elaborazione delle segnalazioni da inviare agli operatori di Centrale e ai cittadini, attraverso strumenti dedicati. Per allertare tempestivamente risorse e popolazione è importante notificare l’evento prima che abbia effetti significativi.
Per questo, Safety 1st è abilitato all’adozione di algoritmi di Early Warning che, sulla base dei dati di ingresso, permettono di determinare l’avvicinarsi di una situazione di emergenza e comunicarla tempestivamente. Tali segnalazioni di Early Warning possono essere gestite sulla base delle procedure già implementate nel sistema, utilizzando i sistemi di notifica disponibili per la diffusione delle allerte.