Progetto E-Citijens: il ruolo dei social media nella gestione delle emergenze

Sfruttare i social media nelle grandi emergenze è pratica consolidata. Già nel 2008 venne fatto un utilizzo massiccio di Myspace per aggiornare i cittadini sull’uragano Gustav e nel 2009 ci fu il primo caso di notizia (atterraggio di un aereo sul fiume Hudson) pubblicata prima su Twitter che sulla stampa tradizionale.

Dal 2010 i social media si sono rivelati determinati: l’eruzione del vulcano Eyafjoll mandò il traffico aereo in tilt e Twitter venne utilizzato con l’hashtag #getmehome per aiutare le persone bloccate a tornare a casa. Nel 2011, invece, Twitter venne usato durante gli attentati di Utoya in Norvegia dai ragazzi per farsi localizzare dalla polizia.

New call-to-action

Da quel momento la comunicazione social ha assunto sempre più importanza, sostituendosi quasi ai media tradizionali per la sua capacità di informare e aggiornare lo stato dell’emergenza in tempo reale.

Ma quali sono i punti di forza dei social media nella gestione delle emergenze?

In tutti questi episodi appare evidente l’importante ruolo assunto dai social media, in particolare per:

  • migliorare la gestione di una crisi fin dalle prime fasi con un quadro completo della situazione

  • potenziare il dialogo con i cittadini che non è più solo unidirezionale

  • rendere più rapida e tempestiva la risposta

Di contro, una gestione non consapevole può portare a gravi danni, perché non monitorare attivamente la narrativa e il flusso di informazioni può dare credito a notizie fasulle con effetti spiacevoli.

E-Citijens: il progetto tra Italia e Croazia

In questo ambito, tra i vari progetti di cui è protagonista la Protezione Civile spicca E-Citijens, la collaborazione tra Italia e Croazia per il monitoraggio e la risposta alle catastrofi naturali nel bacino adriatico. Il progetto, iniziato nel 2019 e da poco concluso, potenzia le misure di gestione delle emergenze, sfruttando proprio i social, supportando la Protezione Civile nella risposta e nella comunicazione verso il territorio.

I tre obiettivi principali del progetto sono:

  • aumentare la sicurezza del bacino adriatico croato e italiano diminuendo l'esposizione degli ecosistemi costieri e interni e della popolazione all'impatto dei disastri naturali

  • promuovere la cooperazione transfrontaliera tra le amministrazioni regionali e nazionali di Italia e Croazia nel potenziamento delle misure di monitoraggio e gestione delle emergenze

  • attuare un intervento di sensibilizzazione dei cittadini affinché agiscano da “sensore attivo” delle emergenze, attraverso i social media

Un elemento da sottolineare è che l’utilizzo dei social media si lega ad un contesto di cooperazione transnazionale e transfrontaliera, dotando la Protezione Civile di un avanzato ed efficiente sistema di supporto alle decisioni (EDSS).

L’obbiettivo finale è creare un canale di comunicazione in tempo reale tra Protezione Civile e popolazione, per raccogliere e utilizzare le informazioni fornite volontariamente dai cittadini tramite i social media (citizen journalism), per una migliore gestione delle catastrofi.

Il ruolo di Beta 80 e la creazione di EDSS

Per il progetto e-Citijens, Beta 80 Group si è occupata di progettare, realizzare e testare EDSS: lo strumento che permette alla Protezione Civile di:

  1. connettersi in modo strutturato ai social media

  2. raccogliere i dati pubblicati dagli utenti

  3. interpretarli e segnalarli all’operatore in base a parametri prestabiliti

La finalità dell’EDSS è supportare la Protezione Civile, non i servizi di sicurezza. La raccolta di dati è quindi mirata: l’obiettivo è raccogliere i messaggi esclusivamente dedicati alla Protezione Civile come, ad esempio, quelli pubblicati nella propria pagina Facebook o quelli che contengono specifici hashtag, evitando così agli operatori di dover presidiare le pagine, togliendo tempo e risorse ad altre attività urgenti.

Quali sono i vantaggi?

Questo sistema innovativo consente di ottenere 3 fondamentali benefici:

  1. raccogliere messaggi dai social, in particolare Facebook, Telegram e Twitter.

  2. effettuare una classificazione degli stessi, rispetto ad un pericolo (Alluvione, Terremoto, Incendio)

  3. presentarli a video all’operatore che può poi usarli nella gestione delle operazioni.

Nella versione integrata con Life 1st e Safety 1st, inoltre, i messaggi considerati più attendibili vengono immediatamente convertiti in eventi da gestire.

New call-to-action

E-Citijens: la campagna di informazione verso i cittadini

Il progetto E-Citijens ha, inoltre, favorito il raggiungimento di un altro obiettivo: coinvolgere la popolazione, rendendola parte attiva e consapevole del processo. A tal scopo, è stata condotta una campagna di sensibilizzazione per attivare il processo partecipativo dei cittadini e trasformarli in "sensori attivi", promuovendo un corretto comportamento e una conoscenza approfondita delle problematiche di rischio, in occasione di eventi pericolosi.

Le attività di sensibilizzazione sono state effettuate con Work Cafè, Info Days e con la creazione e la partecipazione a social media community virtuali. In questo modo i cittadini sono stati formati sulle attività della Protezione Civile e sulle norme di sicurezza in caso di calamità.

Il progetto E-Citijens ha permesso, dunque, di raggiungere due importanti traguardi:

  1. la realizzazione di EDSS come strumento per il monitoraggio social è ora una realtà effettiva e replicabile all’occorrenza da altre nazioni e enti di protezione civile.

  2. Le attività di informazione e coinvolgimento della popolazione hanno reso le persone più consapevoli dell’utilizzo dei social in caso di emergenza.