Organizzazione magazzino: guida pratica per l'integrazione del WCS in magazzini nuovi o già esistenti

Al fine di ottimizzare le performance e migliorare l’organizzazione del magazzino, le aziende scelgono di adottare i sistemi automatici per la movimentazione delle merci. L’offerta da parte degli hardware vendor è molto ampia (Vertical Lift Module, traslo-elevatori, AMR – Autonomous Mobile Robot, ecc.) e le aziende possono scegliere quante e quali fasi del processo automatizzare, in funzione degli spazi disponibili e del layout del plant. Sia che si tratti di un magazzino nuovo, costruito da zero, sia che si tratti di un innesto di apparecchiature in un impianto esistente, gioca un ruolo fondamentale il WCS – Warehouse Control System, ovvero il software di controllo che supervisiona il funzionamento delle macchine e ne assicura l’integrazione con il resto dell’impianto. Il WCS è centrale, infatti, per garantire le performance e l’organizzazione ottimale del magazzino, ed è opportuno, pertanto, che l’implementazione segua un processo definito e le best practice di riferimento.

Warehouse Control System: le diverse situazioni di partenza

Il WCS è il software che si interpone tra la macchina e il WMS – Warehouse Management System. L’insieme di WCS e WMS assicura il funzionamento coerente dell’impianto end-to-end, dal flusso di lavoro innescato dall’ERP – Enterprise Resource Planning aziendale, fino all’esecuzione della singola istruzione del PLC – Programmable Language Control, per comandare i movimenti della macchina. Il confine tra WCS e WMS non è rigido, e viene stabilito in funzione delle due situazioni tipiche in cui l’impianto si può trovare:

  1. Greenfield. L’impianto di stoccaggio viene costruito da zero. In questo caso, il WCS viene progettato e implementato fin dall’inizio in funzione delle specifiche dell’impianto e dei processi operativi che deve governare.
  2. Brownfield. Una o più macchine vengono inserite in un impianto esistente, e in questo caso l’implementazione del WCS è condizionata dai processi operativi esistenti e dal modo in cui sono gestiti dal WMS.

A prescindere dal contesto in cui l’azienda si trovi, va sottolineato che il WCS non sempre è un’opzione a discrezione dell’azienda; non sempre, cioè, l’impresa può scegliere se affidarsi al WCS fornito dal vendor hardware o sceglierne uno indipendente. Molti fornitori, infatti, vincolano all’utilizzo del WCS proprietario, che condiziona l’integrazione con il resto dell’impianto e l’organizzazione stessa del magazzino.

WCS: guida pratica all’implementazione

L’implementazione del WCS, sia in una situazione greenfield che brownfield, è dettata dall’hardware. Il tipo di macchina, le sue funzionalità e il punto del processo in cui viene implementata guidano le diverse logiche di integrazione tra WCS e WMS. I passi operativi fanno riferimento, pertanto, alla progettazione hardware dell’impianto:

  1. Individuare e separare le isole di lavoro. Soprattutto in una situazione greenfield, i macchinari possono essere raggruppati per tipologia e funzionalità omogenee all’interno dell’impianto. Ogni “isola” è governata da un unico WCS. Anche nel caso in cui l’azienda scelga un unico WCS indipendente, è opportuno istanziare un WCS per ogni isola e demandare al WMS il coordinamento dei flussi che coinvolgono più isole.

  2. Scegliere un WCS indipendente. Se il WCS non è vincolato dal produttore, è opportuno implementare un WCS indipendente, sia nel caso greenfield, ma, ancora di più, in una situazione brownfield. In questo caso, infatti, è probabile che siano presenti macchinari di fornitori diversi, e un coordinamento centralizzato evita sovrapposizioni delle operazioni, colli di bottiglia, o, infine, mancate sincronizzazioni.

  3. Armonizzare i diversi WCS. Nel caso in cui un hardware vendor vincoli l’adozione del proprio WCS, è necessario effettuare una o più operazioni che armonizzino i diversi WCS tra loro: omologare i formati di per lo scambio dati tra i diversi WCS; introdurre un livello intermedio di controllo tra WCS e WMS delle operazioni, ovvero il WES – Warehouse Execution System; infine, demandare totalmente il coordinamento delle operazioni al WMS.

  4. Garantire la business continuity. L’introduzione di un WCS corrisponde all’inserimento di uno o più macchinari all’interno dell’impianto. Il problema della business continuity è cruciale: qualunque sia il regime di lavoro del plant, compreso l’H24, per garantire la continuità del lavoro è necessario programmare con estrema attenzione la fase di test. Ciò si traduce, nei fatti, nel pianificare una serie di test superiore, in tipologia e numero, alle situazioni operative normali. La situazione di esercizio effettiva non è mai totalmente replicabile; il margine di rischio va, perciò, ridotto al minimo possibile, grazie proprio all’attività di test.

Data la variabilità delle situazioni di partenza, i passi operativi per l’implementazione del WCS non sono univoci, ma vanno piuttosto declinati in base alla situazione, mantenendo fermi i criteri base: il WCS di un fornitore unico (per tutto l’impianto o isola per isola) è da preferire; la presenza di WCS diversi tra loro necessita di effort di integrazione aggiuntivi.

Il WCS è fondamentale per garantire le performance e l’organizzazione del magazzino. I passi per la sua implementazione dipendono, tuttavia, da molte variabili, che non possono essere pianificate a tavolino. Si rende necessario un lavoro congiunto tra esperti di processi logistici, esperti di piattaforme WMS e WCS, e, infine, specialisti hardware, per assicurare che l’introduzione dei macchinari produca i benefici attesi, sia in termini di semplificazione delle operazioni che di ritorno degli investimenti.