Logistica alimentare: 3 trend che rivoluzionano il settore
Quando si parla di logistica alimentare si fa riferimento a un settore di importanza strategica per l’economia, sottoposto a rigide norme di sicurezza e influenzato dalle richieste di una platea di clienti sempre più esigenti. Negli ultimi anni, la logistica del food & beverage ha vissuto un’accelerazione senza precedenti: digitalizzazione, automazione e sostenibilità stanno ridefinendo l’intera catena di approvvigionamento, dal produttore al consumatore. Le abitudini di acquisto post-pandemia, unite alla crescita dell’eCommerce alimentare e dei servizi di home delivery, hanno trasformato radicalmente il modo in cui i prodotti vengono immagazzinati, tracciati e consegnati. Secondo l’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano (2025), oltre il 70% delle aziende del settore alimentare ha investito in tecnologie digitali per migliorare tracciabilità, efficienza e sostenibilità della supply chain. Ma quali sono i principali trend che stanno rivoluzionando la logistica alimentare? Possiamo identificarne tre: dark store, vertical farm e logistica a Km0, tre modelli diversi ma accomunati da un obiettivo: rendere la filiera più efficiente, resiliente e sostenibile.
1. Dark store
I dark store sono negozi chiusi al pubblico, dove operano esclusivamente dipendenti e addetti alla preparazione degli ordini online. Sono la nuova frontiera della spesa intelligente, rapida e sicura: un modello che, nato in Nord Europa, si è ormai diffuso anche in Italia, specialmente nelle grandi città. Grazie all’integrazione con un WMS (Warehouse Management System), gli operatori possono comunicare i prelievi in tempo reale attraverso terminali a radiofrequenza o sistemi barcode. Questo consente di ottimizzare scorte, picking e inventario, garantendo tracciabilità completa e tempi di evasione molto più rapidi rispetto alla GDO tradizionale. Un ulteriore vantaggio è la libertà di disposizione degli articoli: non essendo necessario rispettare logiche espositive per i clienti, la merce può essere organizzata in base alla frequenza di prelievo e alla rotazione dei prodotti, sfruttando al meglio lo spazio disponibile.

Dark store e logistica urbana: rivoluzione dell’ultimo miglio
Il boom dei dark store è strettamente connesso alla logistica urbana e alla sfida dell’ultimo miglio, oggi tra le più critiche per il settore alimentare. L’aumento delle consegne rapide, entro poche ore o addirittura minuti, ha spinto le aziende a posizionare magazzini e microhub all’interno o ai margini delle città, riducendo tempi di percorrenza e costi di trasporto. Secondo l’Osservatorio eCommerce B2C del Politecnico di Milano (2025), oltre il 40% delle aziende del food delivery sta investendo in infrastrutture dedicate al quick commerce, dove i dark store rappresentano la soluzione più efficiente per garantire freschezza, tempestività e sostenibilità delle consegne.
Come i dark store cambiano l’assetto distributivo del food
I dark store stanno modificando profondamente l’assetto distributivo del settore alimentare. La logistica non è più solo una funzione di supporto, ma un vero driver strategico: i retailer possono gestire in modo flessibile stock e approvvigionamenti, sperimentare nuovi modelli di fulfillment e integrare canali online e offline in ottica omnicanale. Inoltre, grazie ai sistemi di analisi dati e alle piattaforme di Business Intelligence, è possibile monitorare le performance operative e prevedere la domanda in base a stagionalità e trend di consumo. Il risultato è una supply chain più reattiva, capace di rispondere rapidamente a variazioni di mercato e preferenze dei clienti.
2. Vertical farm
Tra le tendenze più interessanti e sostenibili troviamo la vertical farm, o agricoltura verticale, che combina automazione e coltivazione indoor su più livelli. In Italia, queste soluzioni si stanno diffondendo soprattutto nelle aree periurbane e nei centri logistici integrati, dove l’intera produzione può essere gestita tramite sistemi automatizzati e controllata da software di magazzino avanzati. Le vertical farm consentono di ridurre il consumo di acqua fino al 90%, limitare l’uso di pesticidi e garantire produzioni costanti durante tutto l’anno, indipendentemente dalle condizioni climatiche. Il magazzino diventa così un hub produttivo, dove la logistica non si limita a gestire i flussi in entrata e uscita, ma si estende al ciclo di vita del prodotto stesso.
Vertical farm e produzione interna: verso supply chain integrate
Il passaggio dalla logistica tradizionale alla produzione integrata rappresenta uno dei cambiamenti più significativi. Le aziende del food possono gestire in modo sinergico produzione, stoccaggio e distribuzione, riducendo tempi di trasporto e dipendenza da fornitori esterni. Questa integrazione è resa possibile da tecnologie di Industrial IoT e AI predittiva, che monitorano i parametri ambientali e le condizioni delle colture in tempo reale, ottimizzando rese e qualità. Il risultato è una supply chain più corta, controllata e sostenibile, capace di rispondere alle esigenze del mercato in modo tempestivo e flessibile.
Tecnologie abilitanti per vertical farm e controllo ambientale
Le vertical farm moderne si basano su un ecosistema digitale avanzato che include sensori IoT, sistemi SCADA, algoritmi di intelligenza artificiale e piattaforme di automazione per la gestione energetica. Le soluzioni più evolute integrano il WMS con sistemi MES e piattaforme cloud, permettendo di monitorare contemporaneamente inventario, ciclo produttivo e distribuzione. L’Osservatorio Smart AgriFood del Politecnico di Milano (2025) segnala una crescita del 25% negli investimenti in tecnologie di smart farming e coltivazione indoor, trainata dalla richiesta di produzioni locali e sostenibili, ma anche dalla necessità di garantire continuità di approvvigionamento in un contesto geopolitico instabile.
3. Logistica a Km0
La logistica a Km0, o filiera corta, risponde alla crescente attenzione dei consumatori verso salute, sostenibilità e tracciabilità dell’origine dei prodotti. Non è una tendenza nata recentemente, ma oggi, nel 2025, assume una dimensione più strategica grazie al supporto delle tecnologie digitali e alla spinta normativa europea sulla food traceability e sulla carbon neutrality. Questo modello si adatta in particolare ai prodotti freschi e deperibili – frutta, verdura, latticini – provenienti da produttori locali. L’obiettivo è ridurre i passaggi intermedi e accorciare la distanza tra produttore e consumatore, favorendo PMI agricole e riducendo costi e impatto ambientale dei trasporti di lunga percorrenza.
Logistica a Km0, filiere corte e sostenibilità locale
La filiera corta si basa su efficienza e prossimità. Per ottimizzare i flussi si fa spesso ricorso al cross docking, un sistema di preparazione ordini che gestisce ingressi e spedizioni evitando lo stoccaggio, così da velocizzare la consegna al cliente finale e ridurre al minimo i tempi di trasporto. Le piattaforme digitali, unite a tecnologie di geolocalizzazione e analisi predittiva, permettono oggi di pianificare in modo ottimale i percorsi e le rotte, abbattendo le emissioni e garantendo puntualità. Secondo l’Osservatorio Contract Logistics (Politecnico di Milano, 2025), le aziende che adottano modelli di logistica a Km0 registrano in media un taglio del 20% dei costi di distribuzione e una riduzione del 30% delle emissioni legate al trasporto.
Impatti di questi trend sul business e sul consumatore
Dark store, vertical farm e logistica a Km0 rappresentano tre facce della stessa trasformazione: una logistica alimentare sempre più smart, sostenibile e orientata al dato. Per le imprese del settore, ciò significa poter integrare processi, ottimizzare risorse e ridurre sprechi grazie all’uso di piattaforme avanzate di gestione magazzino e analytics. Per i consumatori, invece, questi modelli si traducono in maggiore trasparenza, qualità dei prodotti e tempi di consegna più brevi. L’evoluzione in corso segna il passaggio da una logistica tradizionale, basata sull’efficienza operativa, a un ecosistema intelligente capace di generare valore per l’intera filiera: dal campo alla tavola, in un’ottica di sostenibilità, innovazione e fiducia.
