Federazione applicativa: migliorare e innovare i sistemi di sanità territoriale

L’emergenza Covid ha acuito i problemi del sistema sanitario territoriale e del sistema assistenziale, che già da tempo mostravano evidenti segni di difficoltà nell’implementare i modelli che da più di un decennio erano stati identificati come strategici. In molti ricorderanno, infatti, lo slogan “Da curare a prendersi cura”, purtroppo ancora oggi di difficile applicazione in alcuni contesti.

Per favorire l’innovazione dell’intero sistema assistenziale e delle cure territoriali, Beta 80 Group ha definito uno specifico framework operativo di gestione fondato sul modello della federazione applicativa, un pattern di Enterprise Architecture che promuove l’interoperabilità e la condivisione delle informazioni tra applicazioni, sistemi informativi e strutture organizzative decentralizzate ed autonome.

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Tagli alla sanità? In pericolo il diritto alla salute

Le condizioni ordinarie degli anni pre-pandemia hanno permesso, purtroppo o per fortuna, di sopperire a tali difficoltà tramite i servizi destinati alle cure di intensità maggiore. Il numero degli accessi tecnicamente inappropriati al Pronto Soccorso costituisce ancora oggi un ostacolo per l’individuazione e l’accesso ai servizi più appropriati. L’ospedale, ma soprattutto il Pronto Soccorso, rappresentano, quindi, la garanzia e la certezza di ricevere un aiuto per il cittadino, che spesso non è solo bisognoso di cure, ma vive anche in una condizione di fragilità.

 

D’altro canto, l’efficientamento della spesa pubblica ha visto un progressivo taglio delle risorse ospedaliere, in quanto basato sull’incidenza delle patologie che ne richiederebbero l’accesso e non sulla reale fruizione. Ciò ha portato, ad esempio, alla riduzione di 33.000 posti letto negli ospedali tra il 2010 e il 2018, secondo le stime che Istat ha presentato durante un’audizione presso la Commissione Bilancio della Camera. Le ovvie conseguenze sono molteplici:

 

  • lunghi tempi di attesa
  • sovraffollamento delle strutture
  • insoddisfazione dei pazienti
  • stress per il personale.

Investire nella salute: cosa prevede il PNRR

Per rilanciare concretamente la riforma del modello assistenziale e delle cure territoriali, una quota dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è stata destinata a quest’ambito. In particolare, la Missione 6 Salute del piano è focalizzata ad implementare un’assistenza sanitaria di prossimità, diffusa capillarmente su tutto il territorio nazionale, al fine di garantire cure primarie e intermedie, a partire dalle categorie più fragili. Il budget complessivo per questa misura è di oltre 20 miliardi di euro, principalmente finanziati dal PNRR, con l’integrazione dei finanziamenti derivanti dal React Eu e dal Piano Complementare. L’attuazione di questi interventi è stata avviata con la registrazione del Decreto del 20 gennaio 2022, con il quale viene ripartita fra le Regioni una prima tranche dei fondi da oltre 8 miliardi di euro.

 

L’obiettivo della riforma dell’assistenza territoriale è un Servizio Sanitario Nazionale che miri ad una sanità più vicina alle persone ed al superamento delle disuguaglianze. Ciò potrebbe essere possibile costruendo su tutto il territorio nazionale strutture dedicate alle cure intermedie e ai servizi di assistenza e riducendo, quindi, il ricorso al ricovero ospedaliero e aumentando la qualità di vita percepita.

 

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A tale scopo, gli interventi sono orientati a:

  • Definire un nuovo modello organizzativo per la rete di assistenza primaria, in grado di individuare standard strutturali, tecnologici e organizzativi uniformi su tutto il territorio nazionale, per garantire a cittadini e operatori del Servizio Sanitario Nazionale il rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).

  • Facilitare l’individuazione delle priorità di intervento in un’ottica di prossimità e di integrazione tra le reti assistenziali territoriali, ospedaliere e specialistiche.

  • Favorire la continuità delle cure per coloro che vivono in condizioni di cronicità, fragilità o disabilità, che comportano il rischio di non autosufficienza anche attraverso l’integrazione tra il servizio sociale e quello sanitario.

  • Disegnare un nuovo assetto istituzionale per la prevenzione in ambito sanitario ambientale e climatico.

  • Allinearsi agli standard qualitativi di cura dei Paesi europei capofila.

Gli aspetti fondamentali della riforma sanitaria

I punti chiave della riforma hanno lo scopo di ridisegnare la geografia sanitaria, le sue funzioni e gli standard. I principali elementi sono:

 

  • Case della Comunità: luogo fisico e di facile individuazione, aperto fino a 24h su 24 e 7 giorni su 7, al quale i cittadini possono accedere per bisogni di assistenza sanitaria e sociosanitaria. Sono previste oltre 1.350 Case della Comunità diffuse su tutto il territorio nazionale. Rappresentano il modello organizzativo dell’assistenza di prossimità per la popolazione, ovvero la sede privilegiata per la progettazione e l’erogazione degli interventi sanitari e di integrazione sociale.

  • Centrale operativa 116 117: servizio di contatto telefonico gratuito per tutta la popolazione, attivo 24/7 che implementa il Numero Europeo Armonizzato (NEA) per le cure mediche non urgenti. Nasce a partire dal Sistema di Contatto per la Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica) evolvendosi a punto di contatto per ogni esigenza sanitaria e sociosanitaria a bassa intensità.

  • Centrale Operativa Territoriale (COT): servizio di contatto multicanale rivolto ai professionisti del sistema sanitario e sociosanitario; svolge una funzione di coordinamento della presa in carico della persona e di raccordo tra servizi e professionisti coinvolti nei diversi setting assistenziali. Di nuova istituzione, rappresenta la centrale di raccordo tra le attività territoriali, sanitarie e sociosanitarie, ospedaliere e della rete dell’emergenza-urgenza.

  • Infermiere di Famiglia e Comunità: è la figura professionale di riferimento che assicura l’assistenza infermieristica, ai diversi livelli di complessità, in collaborazione con tutti i professionisti presenti nella comunità in cui opera. Non solo si occupa delle cure assistenziali verso i pazienti, ma interagisce con tutti gli attori e le risorse presenti nella comunità per rispondere a nuovi bisogni attuali o potenziali.

  • Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE): è l'insieme dei dati e dei documenti digitali di tipo sanitario e sociosanitario generati da eventi clinici presenti e trascorsi, riguardanti l'assistito. La sua prima istituzione risale al 2012 (D.L. 179) con termine di attivazione 30 giugno 2015. Tuttavia, l’effettiva implementazione riscontrò notevoli problemi organizzativi e tecnologici, per cui è stata definita una nuova architettura tecnologica e sono state rilasciate nuove linee guida di attuazione dal Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale (MITD), che tutte le aziende sanitarie locali delle Regioni e Province Autonome dovranno adottare, portando gradualmente all’utilizzino del FSE 2.0 entro il 2026.

  • Unità di continuità assistenziale: è un’équipe mobile distrettuale per la gestione e il supporto della presa in carico di individui o di comunità, che versano in condizioni clinico-assistenziali di particolare complessità e che comportano una comprovata difficoltà operativa.

  • Ospedale di comunità: è una struttura sanitaria di ricovero dell’Assistenza Territoriale che svolge una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero, per evitare ricoveri ospedalieri impropri o per favorire dimissioni protette in luoghi più idonei. Ricopre un ruolo essenziale al prevalere di fabbisogni sociosanitari, di stabilizzazione clinica, di recupero funzionale e dell’autonomia.

  • Telemedicina: è una tecnologia che destinata a diventare di uso ordinario, utilizzata dal professionista sanitario per fornire prestazioni agli assistiti o servizi di consulenza e supporto ad altri professionisti. Include in una rete di cure coordinate e consente l’erogazione di servizi e prestazioni sanitarie a distanza, attraverso l’uso di dispositivi digitali, internet, software e delle reti di telecomunicazione.

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Beta 80 Group: favorire la transizione digitale della sanità nazionale

La riforma prevede un profondo processo di change management da parte delle Regioni, delle Province Autonome, delle aziende sanitarie locali e di tutti gli enti e i professionisti coinvolti. In questo scenario, Beta 80 Group ha un importante ruolo di partner per la transizione e riorganizzazione tecnologica, attraverso i servizi di:

 

  • Consulenza: combinando la pluriennale competenza dei processi in ambito sanitario con l’approfondita conoscenza delle componenti della Missione 6 Salute del PNRR e delle linee guida di attuazione del FSE 2.0.

  • Solution Specialist di Centrali Operative: offrendo in portafoglio sia soluzioni già consolidate ed operative (e.g. NEA 116117) sia nuove (e.g. COT), basate sulla comune architettura applicativa di base della suite Life 1st. Il tutto favorito da un approccio consolidato nel corso della pluriennale esperienza nelle Centrali Operative multidisciplinari.

  • System Integrator: elemento essenziale per conseguire gli obiettivi di cooperazione e federazione applicativa, imprescindibile per raggiungere gli obiettivi della riforma del modello assistenziale e delle cure territoriali.

Verso il modello della federazione applicativa

I cambiamenti al parco applicativo necessari a realizzare la riforma del modello assistenziale e delle cure territoriali sono numerosi, dipendenti dai processi di ristrutturazione organizzativa e dallo sviluppo delle competenze tecniche e digitali del personale sanitario. Necessitano, inoltre, di essere coordinati con analoghi aggiornamenti agli applicativi di tutta la rete di enti, strutture e professionisti coinvolti. A tale scopo Beta 80 Group ha definito uno specifico framework operativo di gestione, di natura incrementale ed in grado di adattarsi alle specifiche esigenze e priorità di ogni territorio. Il framework si fonda sul modello della federazione applicativa, grazie al quale le integrazioni e le cooperazioni applicative sono subordinate alla definizione di un modello standard di riferimento di interscambio.

 

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In questo modo, si riesce a:

  • valorizzare al massimo gli investimenti pregressi sugli strumenti, che riflettono le peculiarità del territorio e per i quali gli operatori hanno buona confidenza;

  • minimizzare ogni interdipendenza tecnologica forte, rendendo uno strumento interscambiabile con uno destinato allo stesso dominio funzionale senza alcun impatto sull’ecosistema applicativo confederato.

Tale approccio trova riscontro nelle indicazioni del Dipartimento per la Trasformazione Digitale e dell’Agenzia per l’Italia Digitale, basti pensare alle piattaforme SPID o FSE2.0. La sfida è portare un alto livello di maturità degli standard di interscambio, condizione imprescindibile per la federazione applicativa: dai servizi di commodity delle piattaforme abilitanti, gestite centralmente, fino agli strumenti specifici di dipartimento e di processo, gestiti dagli enti e dalle strutture locali con i loro relativi fornitori.

 

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Il secondo semestre 2021 ed il primo semestre 2022 hanno quindi rappresentato un significativo momento di discontinuità per il Servizio Sanitario Nazionale, con la pianificazione di diversi interventi strutturali al modello assistenziale e delle cure territoriali per il successivo triennio, che saranno attuati grazie a fondi del PNRR. Tutta la popolazione italiana è destinataria di tale riforma, con particolare attenzione ai soggetti cronici o fragili, con l’obiettivo di semplificare l’accesso ai servizi e di garantire una migliore adeguatezza e focalizzazione, senza gravare sulle strutture destinate all’emergenza o all’alta intensità di cura.

Fin dalla seconda metà del 2021, ma soprattutto nel 2022 e nei prossimi 3 anni, questa riforma rappresenta per Beta 80 Group una grande opportunità nel promuovere il proprio catalogo di servizi e prodotti, nonché di evolvere l’offerta di soluzioni di centrale operativa della suite Life 1st.

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