Per l’Europa il 2022 è stato un vero e proprio “anno spartiacque” sul fronte energetico. I recenti accadimenti geo-politici che hanno scatenato una rapida corsa alla speculazione, uniti alla costante condizione di urgenza derivata del cambiamento climatico, stanno spingendo i Governi verso l’attuazione di interventi immediati a supporto delle imprese, della Pubblica Amministrazione e della società civile.
Oggi, gli obiettivi appaiono ben definiti: sostenere la ricerca su fonti di energia alternative e garantire una maggiore efficienza energetica degli edifici di uso pubblico, privato e industriale.
Efficienza energetica: cos’è e come si raggiunge
L’efficienza energetica potrebbe essere interpretata come la capacità di utilizzare il giusto quantitativo di energia per soddisfare un determinato bisogno, evitando sprechi. Spesso si sente parlare di efficientamento energetico e non di efficienza energetica: in realtà il tema è lo stesso. Infatti, l’efficientamento energetico costituisce l’insieme degli interventi volti al raggiungimento di una migliore efficienza energetica.
In definitiva, attuare un piano di efficienza energetica significa eseguire una serie di interventi volti a ridurre i consumi e ad ottenere il massimo risultato con il minimo quantitativo energetico possibile o un suo impiego più razionale ed orientato alle fonti rinnovabili.
Per promuovere l’efficienza energetica nazionale sono state emanate una serie di normative e promossi alcuni interessanti meccanismi di incentivazione. Tra questi, i più importanti sono:
- le detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione immobili
- il conto termico e i titoli di efficienza energetica
- il superbonus o ecobonus.
In generale, le normazioni e gli incentivi non sono emanate solo per risparmiare, ma anche per cercare di attivare un meccanismo virtuoso volto alla tutela dell’ambiente, attraverso la riduzione degli sprechi e la conseguente preservazione delle risorse.
Promuovere l’efficienza energetica anche in ambito industriale
Il miglioramento dell’efficienza energetica è sempre stato un argomento sottovalutato a livello globale, specialmente per i temi legati alla riduzione dei costi e delle emissioni. Si discute molto di come ciascuno di noi possa, nel suo piccolo, contribuire al risparmio energetico e ridurre i costi in bolletta, ma si continua a non evidenziare nel giusto modo l’enorme impatto positivo che produrrebbe un efficientamento energetico applicato in ambito industriale. L’industria è infatti il maggior consumatore mondiale di elettricità, gas naturale e carbone con il 42% della domanda complessiva di elettricità (pari a oltre 34EJ di energia) e il 45% delle emissioni totali di CO2 (equivalenti a circa 9GT): da questi numeri si può facilmente evincere come non venga mai dato il giusto peso all’importanza dell’efficienza energetica nel contesto industriale.
Molto interessanti in questo ambito sono i lavori del forum internazionale EEM (Energy Efficiency Movement), i cui partecipanti condividono una visione comune in termini di regolamentazioni, incentivi, investimenti e innovazione per cercare di realizzare un mondo più efficiente dal punto di vista energetico. In particolare, il forum EEM fornisce indicazioni concrete ai responsabili industriali per affrontare al meglio la questione dell’efficientamento energetico.
Realizzare un piano di efficienza energica nazionale: uno sguardo ai settori “energivori”
Per realizzare un reale piano di efficienza energetica a 360°, occorre individuare i macro settori cosiddetti “energivori”, ovvero quelli caratterizzati da un elevato consumo energetico: industria, società civile e trasporti. All’interno di ciascun macro settore possono esistere vari settori che possono essere analizzati in termini di efficientamento energetico:
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Impianti produttivi
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Ospedali
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Pubblica Amministrazione
Impianti produttivi
Le imprese energivore con un consumo maggiore o uguale a 1GWh fanno parte di questo raggruppamento. In generale, l’efficienza energetica di questi impianti produttivi può essere raggiunta attraverso interventi di vario tipo, a partire dal miglioramento della Power Quality fino ad arrivare a interventi di tipo più strutturale. Per questa tipologia di imprese sono previsti una serie di obblighi, tra cui quello di diagnosi energetica quadriennale (o “audit energetico”), e di interventi di efficienza energetica periodica o opportunità per accedere agli incentivi. Le piccole e le medie imprese non sono classificate come energivore, ma sono comunque chiamate all’adozione di sistemi di gestione volontaria di efficientamento.
Ospedali
Gli ospedali sono infrastrutture critiche, quasi sempre composte da più edifici di norma caratterizzati da consumi energetici molto elevati. I costi e gli investimenti necessari a sostenere l’efficientamento energetico in ambito ospedaliero sono sicuramente significativi. Tuttavia, esistono incentivi dedicati che possono essere fruiti: primo fra tutti il Conto Termico che, grazie alle ultime disposizioni normative, nel caso degli ospedali pubblici può addirittura arrivare ad una copertura totale degli interventi previsti.
Pubblica Amministrazione
Una ricerca dell’Energy & Strategy Group del 2018 riporta che il totale degli investimenti nel settore dell’efficienza energetica, realizzati in Italia dalle PA, è mediamente pari al 2% degli investimenti totali, per un controvalore inferiore ai 150 milioni di euro. Un dato scarno che dimostra, ancora una volta, la mole del lavoro che c’è ancora da fare in questa direzione. Se guardiamo al tipo di intervento realizzato e alle tecnologie adottate dalle PA, lo studio sopra citato mostra come ci sia stata una concentrazione sul fronte dell’illuminazione, delle caldaie a condensazione, dell’opacizzazione delle superfici e dell’isolamento di pareti: troppo poco per raggiungere adeguati livelli di efficienza energetica.
Interventi di efficientamento energetico: quali sono i più efficaci
Tra gli interventi più efficaci volti al raggiungimento di una migliore efficienza energetica, troviamo:
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Azioni di “igiene energetica elementare”. Possono essere facilmente messe in atto attraverso lo spegnimento manuale o automatico (smart lighting) delle apparecchiature o dell’illuminazione in caso di inutilizzo e la sostituzione dei corpi illuminanti a fluorescenza o alogeni con tecnologia LED. Inoltre, una corretta e regolare manutenzione di tutti gli impianti energivori (inverter, scambiatori di calore, umidificatori, ecc.) può contribuire significativamente al raggiungimento degli obiettivi di efficienza.
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Interventi a sostegno del fabbisogno di energia termica. Per regimentare i consumi energetici in questo ambito occorre soprattutto intervenire sull’isolamento delle pareti dei fabbricati e delle tubazioni idrauliche e aerauliche. Altri interventi possono riguardare l’installazione di sistemi di energia rinnovabile come il solare termico, l’utilizzo di pompe di calore e delle caldaie a condensazione.
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Adozione di sistemi di autoproduzione di energia e impiego di fonti di energia rinnovabile. In questo senso l’impianto fotovoltaico, la cogenerazione (la fornitura di elettricità e calore, che garantisce una migliore resa energetica rispetto alle due produzioni separate) o addirittura la tri-generazione (produzione combinata di energia elettrica, termica e frigorifera a partire da un'unica fonte di primaria) sono le tecnologie maggiormente diffuse.
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Migrazione al Cloud. Per le aziende caratterizzate da una forte componente IT, si suggerisce lo spostamento dei dati e delle applicazioni dai Server fisici al Cloud. In tal modo, si può arrivare fino al 90% di risparmio sull’energia consumata.
Control 1st per l’efficientamento energetico
Parallelamente agli interventi, più o meno invasivi, volti al raggiungimento dell’efficienza energetica, aumenta sempre più l’esigenza di impiegare soluzioni informatiche di gestione e distribuzione dell’energia per edifici e complessi produttivi.
La piattaforma Control 1st di Beta 80 Group integra nativamente le funzionalità BMS (Building Management System), EEMS (Energy Efficiency Management System) e PDMS (Power Distribution Management System) per garantire il monitoraggio della continuità operativa e dell’efficienza energetica degli impianti, collegati in modo da ottenere una consapevolezza globale sullo “stato di salute” delle proprie infrastrutture. Inoltre, attraverso l’attivazione del silo applicativo di Asset Management, Control 1st estende le funzionalità di governo degli impianti per erogare i servizi di CMMS (Computerized Maintenance Management System), centralizzando e semplificando i processi di manutenzione ordinaria, straordinaria, programmata ed evolutiva.
Esempio di strumenti BMS/EEMS/PDMS integrati alla piattaforma Control 1st.
L’approccio olistico che caratterizza all’origine Control 1st viene, dunque, esteso alla gestione dell’asset che un’organizzazione è incaricata di preservare, come apparecchiature, materiali e le altre risorse ritenute necessarie.