Regolamento titoli T+1: sfide, soluzioni e impatti sulle infrastrutture IT del Finance

regolamento titoli t+1

Le imprese del settore Finance hanno subito negli ultimi anni cambiamenti significativi, legati a un triplice fattore: l’innovazione tecnologica continua, il moltiplicarsi delle normative di riferimento e l’ingresso di competitor di nuova generazione con modelli di business diversi dal passato, come, ad esempio, le società FinTech e Insurtech. In tale contesto, il nuovo regolamento titoli T+1 comporta una modifica della gestione finanziaria e, di conseguenza, un adeguamento delle modalità operative. La nuova normativa sostituisce il regolamento T+2: il settlement della compravendita titoli (il perfezionamento delle operazioni che comporta il trasferimento dei titoli e il pagamento), non avviene più in 2 giorni (T+2), ma in un solo giorno (T+1), accelerando, quindi, tutte le operazioni connesse al regolamento titoli. Le motivazioni che hanno portato il legislatore a modificare la norma precedente sono diverse. Tra queste:

  • ridurre il rischio di controparte, ovvero le possibili inadempienze di uno dei due contraenti;
  • aumentare la resilienza del sistema finanziario a livello globale;
  • velocizzare i tempi di regolamento titoli, aumentando la sicurezza e la competitività dei mercati.

Il settlement T+1 è già operativo negli Stati Uniti e in Cina, ed è in via di attivazione in Europa. Il nuovo regolamento rappresenta, dunque, una modifica sostanziale a livello globale.

Regolamento T+1: quali opportunità offre

La riduzione da due giorni a uno del settlement della compravendita dei titoli offre una serie di vantaggi alle società che operano nel trading. Oltre alla riduzione del rischio di controparte, vi sono altri benefici strutturali, quali, ad esempio: l’ottimizzazione della liquidità (le banche migliorano la gestione della tesoreria, grazie alla tempestiva disponibilità dei fondi); l’efficienza dei processi di back-office (maggiore attenzione durante le elaborazioni post-trade, orchestrazione dei batch, e conseguente riduzione degli errori); infine, la standardizzazione a livello internazionale, che favorisce la competitività delle piazze europee e l’interazione con il mercati americano e canadese.

Gli impatti sull’IT del Regolamento T+1

Se, da un lato, il regolamento T+1 consente alle imprese di aumentare le performance del business, dall’altro l’accelerazione delle operazioni ha delle conseguenze significative sulle infrastrutture e sui processi IT, che devono non solo garantire tempi di esecuzione ridotti, ma offrire tecniche più raffinate di prevenzione degli errori, al fine di evitare ritardi. Vi sono, infatti, una serie di nuovi algoritmi da sviluppare, o già esistenti ma da ottimizzare:

  • CFM – Cash Flow Management. I flussi di uscita ed entrata cassa avvengono un giorno prima; quindi, la liquidità deve essere pronta in anticipo, e il forecasting delle necessità di cassa deve essere più preciso e aggiornato giornalmente. A livello IT occorre un’integrazione stretta tra front-office, applicativi di middle office (controllo delle posizioni giornaliere, preparazione al regolamento, ecc.) e back-office così da definire la sequenza e le priorità delle istruzioni di regolamento, oltre che introdurre indicatori di probabilità di fail o delay per minimizzare i rischi.
  • Analisi predittiva e gestione delle eccezioni. Il T+1 impone di ridurre al minimo gli errori al fine di evitare ritardi. Occorre, quindi, sviluppare una gestione avanzata delle eccezioni, utilizzando algoritmi di analisi predittiva e Artificiale Intelligence. Gli errori più frequenti riguardano le differenze di quantità, la mancanza di liquidità, il matching tra le controparti, o, infine, gli errori nei titoli oggetto del trade. L’AI può controllare o prevenire l’insorgere di errori analizzando lo storico dei titoli e delle transazioni.
  • Integrazione con le piattaforme aziendali. Tutti gli applicativi e le procedure coinvolte con il regolamento T+1 (CRM – Customer Relationship Management, piattaforme di Risk & Compliance, software per il reporting regolatorio, applicazioni legacy, ecc.), devono essere adeguate alla nuova tempistica.
  • Gestione dei cut-off. Vanno rivisti tutti gli orari di cut-off (chiusura delle trattative e partenza del regolamento) in funzione dei diversi fusi orari in nazioni diverse.
  • Controllo dell’anagrafica. Tutti i dati identificativi delle controparti e dei conti per registrare un’operazione, impostare il regolamento e generare flussi di cassa vanno verificati quasi in tempo reale, gestendo le eccezioni.
  • Monitoraggio tempestivo. Tutte le operazioni vanno monitorate in tempi che approssimano il real time: verifica dei trade, riconciliazione istantanea tra front, middle e back office, controllo della liquidità, generazione di alert e segnalazioni.
  • Generazione automatica di spiegazioni, classificazioni e flussi correttivi. Gli algoritmi di AI analizzano l’eccezione e producono spiegazioni sull’errore e sulle azioni riparative.

Il passaggio a T+1 genera opportunità per lo sviluppo del business, ma anche sfide per l’organizzazione dei processi, e, soprattutto, per l’infrastruttura IT delle imprese del Finance. Il salto di qualità che le aziende devono compiere è quello della prevenzione e della gestione delle eccezioni, senza le quali non è possibile, di fatto, rispettare i tempi di elaborazione del regolamento T+1. Le nuove tecnologie, come, ad esempio l’Artificial Intelligence, offrono un contributo fondamentale in tal senso, grazie alla capacità di analizzare lo storico dei flussi e prevedere o intercettare quante e quali operazioni di regolamento non verranno eseguite, il momento più probabile del disallineamento di liquidità, e le azioni correttive per riequilibrare i flussi o comunque per minimizzare le situazioni di errore. L’evoluzione tecnologica è, quindi, un imperativo di fatto per garantire la presenza sui mercati e lo sviluppo del business.