Observability: che cos’è e perché è il futuro del monitoring

observability

Il concetto di observability rappresenta l’evoluzione naturale degli strumenti di monitoring IT così come li abbiamo conosciuti finora. Non si tratta di una semplice moda tecnologica destinata a sostituire i tool tradizionali, ma di un approccio strategico che rende il monitoraggio realmente adatto ai nuovi ambienti architetturali delle imprese moderne. In un panorama dove cloud, container, microservizi e automazione definiscono la nuova normalità, l’observability diventa il punto di contatto tra monitoraggio tecnico, analisi dei dati e capacità predittiva.

Cos'è l’observability

Il termine nasce nella teoria matematica del controllo, dove definisce la capacità di dedurre gli stati interni di un sistema a partire dai suoi output esterni. Trasposto nel mondo IT, il concetto si traduce nella possibilità di comprendere e anticipare il comportamento dei sistemi digitali attraverso l’analisi di dati osservabili: log, metriche e tracing.

In pratica, l’observability consente di trasformare dati grezzi in insight strategici, offrendo una comprensione approfondita delle prestazioni e del comportamento dei componenti interni dell’infrastruttura. Questo permette ai team IT di passare da una logica reattiva a una proattiva e predittiva, dove gli incidenti vengono individuati e risolti prima che impattino sull’utente finale.

Come funziona l'observability

L’observability si fonda su tre pilastri fondamentali:

  • Logs: rappresentano le registrazioni dettagliate degli eventi di sistema, indispensabili per individuare anomalie e tracciare i flussi applicativi.

  • Metriche: valori numerici che descrivono lo stato del sistema (ad esempio CPU, traffico di rete, tempo di risposta, throughput).

  • Tracing: tecnica che consente di seguire il percorso di una richiesta all’interno di un sistema distribuito, identificando colli di bottiglia e dipendenze.

L’integrazione coerente di questi tre elementi in un’unica piattaforma fornisce una visione completa e granulare dell’intero ecosistema IT. Quando arricchita da AI e machine learning, l’observability diventa capace non solo di rilevare problemi, ma anche di suggerire soluzioni o automatizzare la risposta.

Differenza tra observability e monitoring: cosa cambia nel futuro dell’IT

Il monitoring tradizionale si basa su soglie statiche e regole predefinite: registra ciò che accade, ma non spiega perché. L’observability, invece, permette di esplorare liberamente i dati per comprendere la causa profonda dei problemi, anche quando questi non sono stati previsti.

In altre parole, il monitoring risponde alla domanda “cosa è successo?”, mentre l’observability risponde a “perché è successo?” e “cosa potrebbe succedere?”.
Questa capacità predittiva è ciò che rende l’observability essenziale nel 2025, anno in cui le aziende operano in ambienti sempre più complessi, distribuiti e dinamici. L’obiettivo non è più reagire agli incidenti, ma prevenirli e mitigarli automaticamente grazie alla correlazione intelligente dei dati e all’analisi in tempo reale.

Strumenti e tecnologie che abilitano l’observability oggi

Oggi le piattaforme di observability si basano su un ecosistema di tecnologie avanzate che combinano standard aperti, automazione e intelligenza artificiale:

  • OpenTelemetry: è lo standard open-source più diffuso per la raccolta e la normalizzazione dei dati di osservabilità (metriche, log e tracing) da sistemi diversi.

  • AI e Machine Learning: consentono di individuare pattern ricorrenti, correlare eventi e rilevare anomalie invisibili all’occhio umano.

  • AIOps: rappresenta l’evoluzione intelligente del monitoring, unendo AI e operations per intercettare e risolvere automaticamente i problemi IT, soprattutto in settori critici come il finance.

  • APM (Application Performance Monitoring) e SIEM (Security Information and Event Management) evoluti: offrono una visibilità end-to-end su performance e sicurezza, integrando analytics avanzati e automazione.

L’adozione combinata di queste tecnologie consente alle aziende di raggiungere livelli di resilienza operativa senza precedenti, riducendo downtime e migliorando la customer experience.

Quali sono i vantaggi dell’observability

Le imprese che adottano una strategia di observability ottengono benefici misurabili:

  • Troubleshooting più rapido e riduzione del Mean Time to Resolution (MTTR).

  • Performance ottimizzate grazie a una visibilità continua sui colli di bottiglia.

  • Manutenzione preventiva, basata su analisi predittive.

  • Decisioni data-driven, supportate da insight accurati.

  • Maggior tempo per l’innovazione e meno per la gestione delle emergenze operative.

L’observability diventa così una leva competitiva per accelerare i progetti di digital transformation, garantendo stabilità e scalabilità a infrastrutture sempre più complesse.

Sfide nell’adozione dell’observability e come superarle

La diffusione di cloud ibridi, container e architetture a microservizi ha reso il perimetro IT più agile ma anche più difficile da monitorare. Come evidenziato dagli Osservatori del Politecnico di Milano, la sfida principale del 2025 è “ottenere una visione olistica dei sistemi digitali distribuiti, capace di connettere infrastruttura, applicazioni e processi di business”.

L’observability risponde a questa esigenza fornendo un ecosistema integrato di dati e insight che riduce i tempi di risposta e migliora la resilienza operativa.

Perché i system integrator aiutano nell’observability

Implementare una soluzione di observability efficace non significa installare un software, ma costruire un ecosistema di strumenti integrati e interoperabili. I system integrator supportano le aziende nel:

  • Selezionare e configurare i tool più adatti.

  • Integrare le piattaforme con infrastrutture esistenti.

  • Implementare metodologie DevOps e CI/CD osservabili by design.

  • Abilitare un monitoraggio continuo lungo tutto il ciclo di vita del software.

Questo approccio end-to-end consente di trasformare l’observability in una vera competenza organizzativa.

Observability anche per sistemi poco osservabili

Non tutte le applicazioni nascono “osservabili”. In questi casi, i team IT possono:

  • Identificare le metriche più significative.

  • Utilizzare AI per correlare eventi e ridurre i falsi allarmi.

  • Progettare architetture cloud-native che integrino la raccolta dei dati fin dalla fase di sviluppo.

  • Adottare strumenti open-source e standardizzati come OpenTelemetry.

In questo modo, anche ambienti complessi e legacy possono diventare parte di una strategia di observability moderna e scalabile.

FAQ

Perché l’observability diventa indispensabile con architetture complesse?

Perché in ambienti cloud-native, basati su microservizi e container, ogni componente genera una molteplicità di segnali distribuiti. L’observability consente di raccoglierli, correlarli e interpretarli in tempo reale, offrendo una visione unificata e coerente dell’intero ecosistema IT. Ciò permette interventi tempestivi e una gestione predittiva degli incidenti.

Quali sono le tendenze, le innovazioni e l’evoluzione dell’observability?

Nel 2025, l’observability evolve lungo quattro direttrici principali:

  • Integrazione con GenAI e LLM monitoring, per analizzare automaticamente log complessi.
  • Adozione estesa di OpenTelemetry come standard di interoperabilità.
  • Security observability come nuova frontiera, che unisce IT e cybersecurity.
  • Trasformazione da funzione tecnica a abilitatore di business, grazie alla correlazione tra performance IT e metriche di valore aziendale.