Magazine / Cloud enablement 11 marzo 2022

Migrazione al Cloud: Il segreto del successo è porsi le domande giuste

Rudyard Kipling nel poemetto che accompagna il racconto “The Elephant’s Child”, ricorda i sei zelanti servitori, i sei domestici onesti che gli hanno insegnato tutto quello sa: i loro nomi sono Cosa, Perché, Quando, Come, Dove e Chi. Le stesse domande sono quelle che un’azienda dovrebbe porsi quando decide di affrontare la Cloud Migration.

I keep six honest serving-men
(They taught me all I knew);
Their names are What and Why and When
And How and Where and Who.

 

Migrare al Cloud è un processo iterativo, che evolve mentre l’organizzazione sviluppa nuove competenze, processi, strumenti e capacità.

Esso richiede un approccio a fasi, che comprende:

Valutazione

Preparazione

Pianificazione

Esecuzione

Governo della migrazione

Un approccio in cui ogni fase prepara quella successiva.

Definiti gli obiettivi del passaggio al Cloud e individuati i benefici attesi dalla migrazione, la questione si sposta, quindi, su come gestire il trasferimento al cloud.
Tornando a Kipling, dopo avere risposto alla prime due domande “Cosa?” (la migrazione in cloud) e “Perché?” (i vantaggi che porta in termini economici, di agilità operativa e scalabilità del business) restano le altre domande: “Quando e Come e Dove e Chi”.

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Cloud Migration: partire dalle giuste domande

Come accade in altri ambiti della vita personale e professionale, di fronte ad un cambiamento da affrontare, il Cloud non è soltanto un fattore tecnologico, partire col piede giusto significa porsi le giuste domande.
Una lista di domande fornisce, infatti, una buona guida, esattamente come fanno le guide che usiamo per esplorare una zona, pianificare un viaggio e ottenere indicazioni, passo dopo passo, su come arrivare a destinazione.

I team di Beta 80 Group adottano un approccio strutturato, al fine di accompagnare i clienti nel percorso di Cloud Transformation, creato grazie al contributo stesso dei clienti e dei partner con cui lavoriamo (AWS, Microsoft).

Ecco le domande che i nostri clienti sono soliti porci e da cui siamo partiti per creare il nostro framework per guidare la Cloud Transformation:

  • Come creare il giusto caso aziendale di migrazione al Cloud?

  • Come posso valutare accuratamente il mio ambiente, l’attuale infrastruttura e le applicazioni?

  • Quali sono gli attuali rischi e limitazioni on-premise?

  • Quali sono le competenze e le responsabilità attuali del team interno?

  • Come creare un piano di migrazione?

  • Come identificare e valutare i giusti partner che possono aiutarmi?

  • Come stimare il costo della migrazione in cloud?

  • Quanto tempo ci vuole per il completare del processo di migrazione?

  • Quali sono gli strumenti e le competenze necessarie per eseguire la migrazione?

  • Come gestire le vecchie applicazioni? Possono essere ottimizzate e diventare più scalabili?

A queste domande risponde il Cloud Readiness Assessment di Beta 80, svolto sia attraverso interviste e analisi della documentazione messa a disposizione dal cliente, sia attraverso tool automatici di data collection.

Il risultato è una mappatura organizzativa dei processi e dei costi sostenuti per l’infrastruttura IT, la definizione di una strategia di migrazione, il rilievo dei possibili rischi e dei fattori critici e una stima dei tempi e degli investimenti necessari alla migrazione.

Dalla migrazione di piccole applicazioni singole fino interi data center con centinaia di applicazioni, l’esperienza nel lavoro con i clienti ci dice che sono le migrazioni iniziali che permettono di creare confidenza e slancio, accelerando la migrazione di altri carichi di lavoro in futuro e decretando il successo di un progetto di migrazione.
Durante l’assesment viene individuato il primo carico di lavoro, non critico e con impatti misurabili. I suoi stakeholder saranno pionieri nell’avviare il processo di Cloud Transformation.

Nel Cloud Computing, la migrazione è solo l'inizio del viaggio.

Case study cloud migration manpower group

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