IT infrastructure monitoring: cos'è, funzioni e principali sfide

IT Infrastructure Monitoring

Negli ultimi anni, l’importanza dell’IT infrastructure monitoring è cresciuta insieme alla complessità degli ambienti da monitorare. Una complessità che necessita di essere gestita in maniera tale che applicazioni e infrastrutture garantiscano una user experience ottimale. Da questo punto di vista, le sfide dell’IT infrastructure monitoring non si limitano a verificare che server, sistemi e reti funzionino correttamente, ma puntano a prevenire le criticità che possono incidere sulla qualità integrale delle prestazioni. Gli strumenti di monitoraggio hanno l’obiettivo, infatti, di misurare l’utilizzo e lo stato di salute delle risorse infrastrutturali a prescindere dalla loro localizzazione, siano esse in un data center oppure rese disponibili come servizio in cloud. Grazie a tali strumenti, i responsabili dei Sistemi Informativi raccolgono i dati di utilizzo di risorse fisiche o virtuali, quali, ad esempio, i server, la memoria, i database, i container, o, infine, gli apparati di rete. I dati sono raccolti in tempo reale e possono permettere sia analisi di tipo storico che previsioni di tendenza. Si possono, pertanto, individuare quattro funzioni base degli strumenti di IT infrastructure monitoring:

  1. Data collection;

  2. Data analysis;

  3. Alerting;

  4. Remediation.

Grazie alla raccolta di informazioni puntuali, quali, ad esempio, metriche di sistema e log di macchina, è possibile individuare i problemi di performance e intraprendere azioni correttive puntuali e tempestive.

Quali sono le sfide dell'IT Infrastructure Monitoring

 

Il panorama odierno dei servizi digitali è complesso e articolato: le risorse elaborative sono distribuite, le applicazioni sono interdipendenti, e gli aggiornamenti avvengono su base continuativa. Di conseguenza, l’attività di monitoraggio presenta diverse sfide, per affrontare le quali è opportuno concentrarsi su alcuni elementi chiave e, in particolare, su cinque:

  1. consapevolezza degli obiettivi;

  2. individuazione della tipologia;

  3. coinvolgimento dei C-level;

  4. identificazione delle fonti dei dati;

  5. carenza di competenze e/o risorse.

 

  1. A cosa ti serve esattamente l’IT infrastructure monitoring

L’IT monitoring, di cui l’IT infrastructure monitoring fa parte, è collegato con diverse discipline tra loro variamente integrate che vanno, solo per citarne alcune, dall’IT Operations Management (ITOM) all’Application Performance Management (APM), dal Security Information and Event Management (SIEM) al Security Orchestration, Automation and Response (SOAR). È bene avere un’ipotesi chiara degli obiettivi che si intendono raggiungere, poiché un conto è voler essere avvisati se un server si spegne, un altro è voler avere visibilità su container, microservizi e architettura IoT. Le risposte a queste domande rappresentano la prima sfida su cui l’IT Infrastructure Monitoring è chiamato a confrontarsi, visto che la scelta degli strumenti di monitoraggio avverrà in funzione delle giuste premesse. È opportuno, quindi, stabilire l’oggetto del monitoraggio, in funzione degli obiettivi della committenza. Per garantire la qualità di un portale, ad esempio in ambito Finance, sarà necessario raccogliere metriche non solo sui tempi di risposta della rete e delle transazioni, ma anchesulla navigabilità delle pagine e sull’esperienza utente nel contesto reale di utilizzo (quali pagine caricate e quante volte, tempi di permanenza, abbandono della pagina, ecc.), oltre che la gestione dei picchi di carico in funzione del periodo o dell’area geografica.

 

  1. Scegliere l’IT Infrastructure Monitoring che fa per la tua azienda

Solitamente i tool adoperati nell’IT Infrastructure Monitoring sono suddivisi in tre tipologie: observationalanalysisengagement. I primi servono a osservare hardware, software o servizi e a dare indicazioni sulla loro efficacia operativa. I secondi effettuano un’analisi più profonda, poiché esaminano i dati per determinare l’origine dei problemi o, nel caso dei sistemi AIOps (Artificial Intelligence for IT Operations), riescono a prevedere dove è probabile che si verificheranno i problemi in base a trend e modelli storici. Gli engagement tool, infine, sono progettati per agire sulle informazioni create dagli strumenti precedenti, sia generando alert per l’analista o il manager coinvolto, sia attivando automaticamente servizi aggiuntivi quali riavvio di hardware o software, esecuzione di backup e così via.

 

  1. Gli impatti sul business dell’IT Infrastructure Monitoring

Il coinvolgimento delle figure apicali dell’azienda è un’altra delle sfide dell’IT Infrastructure Monitoring. Se può apparire evidente il ruolo fondamentale di dirigenti con skill tecniche, quali CIO, CTO, COO e IT Manager, non bisogna tralasciare il contributo che altri come lo stesso CEO, il CFO o il CMO possono portare nel mettere in rilievo esigenze a cui l’IT Infrastructure Monitoring deve far fronte. Un monitoraggio efficace dei sistemi, infatti, ha un impatto sul business in termini di cost saving, perché accorcia i tempi nella risoluzione dei problemi, oppure dal punto di vista della customer experience, giacché offre prestazioni nei siti e nelle app in linea con le attese dei clienti. Senza dimenticare che il monitoraggio delle performance già in fase di sviluppo delle applicazioni riduce notevolmente gli imprevisti dopo il rilascio.

 

  1. Data source: log management, agent software, agentless

Identificare le sorgenti di dati da utilizzare per l’IT Infrastructure Monitoring coincide con una serie di attività che possono essere svolte a tale scopo. Per esempio, il ricorso a strumenti di log management consente una piena tracciabilità di tutti gli eventi che interessano l’IT, con la possibilità di aggregare e analizzare le informazioni per motivi di sicurezza e compliance o per monitorare i processi di business. Anche l’installazione di agent software nei server per raccogliere le metriche di performance è il metodo classico per attingere alla fonte dei dati che si desidera vagliare, ma ciò non toglie che l’IT Infrastructure Monitoring si possa fare con modelli agentless. La sfida consiste nel trovare la modalità più adeguata al fabbisogno reale dell’azienda.

 

  1. Perché occorre un partner per scegliere la soluzione

Una delle obiezioni classiche delle imprese rispetto all’IT Infrastructure Monitoring è che all’interno non ci sono competenze che possano occuparsi di questi sistemi o, se ci sono, hanno già una mole di lavoro tale che gli impedirebbe di seguire un’ulteriore incombenza. Si tratta di una preoccupazione che non ha ragion d’essere in quanto gran parte dei moderni servizi di IT Infrastructure Monitoring sono offerti in SaaS (Software as a Service) e quindi non richiedono né particolari conoscenze né un impegno oneroso da parte di risorse dedicate. In ogni caso, l’individuazione di un partner con cui scegliere la soluzione più adatta può essere il modo più semplice per rispondere a questa sfida.

Come si è detto in precedenza, l’IT infrastructure monitoring non è un’attività isolata, ma collegata ad altri ambiti di attività, quali, ad esempio, il monitoraggio (APM), o le IT Operations (AIOps). In questo contesto, risulta di particolare interesse per le aziende l’integrazione possibile con gli strumenti di ITSM – IT Service Management, responsabili per la fornitura e il monitoraggio di servizi IT all’utenza interna o esterna all’azienda. Tale integrazione consente, infatti, di automatizzare il ticketing a fronte di determinati alert, definendo la priorità e la relativa criticità operativa, con il risultato di abbattere il tempo di risoluzione dei problemi.

Una ricerca di Grand View Research relativa al mercato dei tool di monitoring, documenta un tasso di crescita annuo composito (CAGR) del 18% nel periodo 2023-2030. Ciò si spiega se osserviamo i benefici che si ottengono con l’utilizzo delle piattaforme. Se da un lato le aziende ottengono una visibilità end-to-end sullo stato di salute dei servizi all’utenza, dall’altro lato gli strumenti di monitoraggio consentono di abbattere i costi in diversi modi: per lo sviluppo (identificazione dei problemi applicativi); per l’allocazione delle risorse (sfruttamento ottimale); per l’efficienza del servizio (uptime prolungato); infine, nel rapporto con gli utenti (rispetto dei livelli di servizio). In un mondo digitale sempre più interconnesso, gli strumenti di IT Infrastructure Monitoring si rivelano alleati indispensabili per garantire competitività, sicurezza e ottime performance.