Magazine / Employee Experience 11 maggio 2022

Employee experience nel Retail: gli strumenti per cambiare prospettiva

In questo ultimo biennio, l’employee experience nel settore retail ha fatto passi avanti notevoli: dalla situazione attuale i dipendenti hanno appreso senz’altro come lavorare in qualunque condizione e ovunque, con soddisfazione. Imparando anche cose nuove, utilizzando strumenti avanzati che hanno allargato la loro area d’azione, migliorando il normale ciclo lavorativo quotidiano e trasportandolo oltre la classica routine, integrandolo con la loro vita privata in modo (quasi sempre) efficiente. Le innovazioni, introdotte con la digitalizzazione, accelerata in questi anni dalle imprese, sono anche un messaggio ai dipendenti: nonostante gli imprevisti, attraverso la formazione e l’innovazione, si possono risolvere le crisi e imparare a lavorare meglio. 

Secondo i consulenti di formazione aziendale, infatti, far mantenere ai propri dipendenti alte prestazioni lavorative sarà una sfida importante adesso che si comincia a vedere la fine dell’emergenza; fondamentale sarà utilizzare strumenti e piattaforme che mettano a disposizione opportunità di apprendimento continuo, anche durante le fasi di evoluzione dell’azienda. 

 

Gli strumenti per cambiare prospettiva all’employee experience 

Le aziende che operano nel settore retail vivono di esperienze: che siano quelle dei loro clienti esterni o di quelli interni – dipendenti, partner e fornitori – poco importa. Nel corso della loro vita, le aziende di successo hanno imparato ad ascoltare i feedback – anche silenziosi – dei loro stakeholder e su questi hanno costruito le loro best practice. 

Ecco che allora, in questa fase di digitalizzazione forzata delle catene distributive e dei punti di vendita al dettaglio, le imprese hanno imparato che anche ai loro white collar – che rappresentano una parte consistente della loro forza lavoro – servivano stimoli. 

Da qui sono nati progetti di evoluzione del paradigma lavorativo, con forti integrazioni di piattaforme Saas e con l’utilizzo esteso del cloud, che ha consentito di raggiungere due obiettivi importanti. 

Da un lato far crescere professionalmente questi dipendenti, facendo loro imparare l’uso di strumenti nuovi, moderni e potenti. Dall’altro dando loro maggiori libertà e più responsabilità. Il lavoro ibrido ha, infatti, permesso di lavorare per obiettivi e non più meramente secondo orari da ufficio. 

Inoltre, la necessità di condividere spazi di lavoro comuni ha sbloccato le aziende e le ha incentivate a creare strumenti avanzati per la condivisione delle risorse online – banalmente la posta elettronica e i file di lavoro, ma anche strumenti avanzati e potenti per la gestione delle risorse umane, che agevolano la vita dei dipendenti (cartellino elettronico, richiesta permessi e gestione delle ferie) e offrono ai manager dati e indicazioni importanti per rendere più efficiente la struttura. 

 

La potenza del cloud per la gestione del personale 

La capacità delle aziende di successo di vedere nel Cloud e in questi strumenti avanzati una via per migliorare la vita dei propri dipendenti è stata eccezionale. 

Se l’azienda si è modernizzata, potendo affrontare una situazione complicata in modo assolutamente fluido, al tempo stesso i dipendenti hanno percepito questi cambiamenti non come un’imposizione e un fastidio. Bensì, hanno provato sulla loro pelle i vantaggi della digitalizzazione e hanno apprezzato quanto fatto dall’azienda per rendere più agevole la loro vita lavorativa. 

Al tempo stesso, da parte dei direttori HR o dei manager intitolati alla gestione del personale sono cadute anche le barriere culturali e le preoccupazioni verso un trasferimento dei dati sensibili dei loro dipendenti sul Cloud, a causa delle regole sulla privacy introdotte dal Gdpr. 

I moderni servizi adottati, per esempio, da Microsoft 365, infatti, permettono di usare la nuvola per ottenere la massima scalabilità e produttività da qualunque dispositivo e da qualunque luogo. Al contempo i nuovi strumenti messi a disposizione per mantenere il controllo sui dati, dispositivi e identità basati sul Zero Trust Model permettono un monitoraggio proattivo e in tempo reale garantendo sempre la massima flessibilità. 

Con grandi vantaggi per tutti.

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