I magazzini e i centri distributivi hanno un impatto ambientale sotto diversi punti di vista. Si pensi, ad esempio, al consumo dovuto a illuminazione e raffreddamento, all’energia dei macchinari automatici (traslo-elevatori, celle frigorifere per la catena del freddo, ecc.), o, infine, ai materiali di imballo.
Per creare una Supply Chain sostenibile è necessario, dunque, pianificare interventi e strategie puntuali, che individuino i diversi tipi di impatto e prendano le contromisure atte a contenere i consumi di energia e le emissioni di CO2. Secondo uno studio dell’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” del Politecnico di Milano, sono aumentate, in ambito logistico, l’adozione di soluzioni green da un lato, e, dall’altro, la qualità delle misurazioni sugli impatti effettivi.
Oltre alla questione ambientale, per una Supply Chain sostenibile è necessario adottare misure che migliorino la sicurezza in magazzino. Non è casuale che lo studio citato evidenzi come le iniziative volte a migliorare la qualità e la sicurezza del lavoro sono destinate ad aumentare.
L’operatività di magazzino è determinata da molteplici fattori, e tra i principali troviamo: le caratteristiche dei processi di business; il layout con cui sono organizzate le aree per l’inbound, lo stoccaggio e l’outbound; infine, l’utilizzo di tecnologie.
Ognuna di questi aspetti ha una conseguenza diretta o indiretta sui consumi energetici. Al fine di produrre un risparmio, e quindi una minore produzione di CO2, va seguito un processo in 4 fasi:
analisi dei processi di business e layout del magazzino. La disposizione delle scaffalature o dei magazzini automatici è funzione diretta dei processi di business. Se, ad esempio, il magazzino rifornisce un eCommerce, il prelievo sarà frammentato e ad alta frequenza, che porta, ad esempio, all’adozione di tecnologie di picking;
scelta della tecnologia. La scelta della tecnologia è funzione delle necessità reali, senza sovradimensionare le apparecchiature. Gli AMR – Autonomous Mobile Robot, ad esempio, hanno capacità di carico diverse, e quindi consumi, differenti;
modalità di impiego. L’uso delle apparecchiature può essere razionalizzato: la velocità dei traslo-elevatori non è sempre massima, ma viene stabilita in funzione dei tempi attesi. Per gli AMR, le missioni vengono assegnate in funzione della vicinanza;
adozione di tecnologie green. Macchine quali, ad esempio, le imballatrici su misura, o i traslo-elevatori ad accumulo di energia, possono abbattere i consumi.
L’uso delle apparecchiature dipende, però, dalla capacità del WCS – Warehouse Control System, di implementare le logiche. Occorre, pertanto, valutare il WCS fornito dall’hardware vendor, o, in alternativa, scegliere un WCS di terze parti. Allo stesso modo, l’ottimizzazione dei percorsi di prelievo dipende dalle logiche del WMS – Warehouse Management System, che vanno valutate. I diversi software di controllo hanno un impatto diretto per la Supply Chain sostenibile.
Forbes mette in luce come il lavoro all’interno dei magazzini sia considerato come uno dei più pericolosi. Per tale motivo è necessario che le aziende adottino strategie atte a minimizzare i rischi e aumentare la sicurezza degli addetti.
Vi sono una serie di iniziative specifiche che le aziende devono considerare con attenzione:
formazione comportamentale. Oltre alla conoscenza tecnica delle apparecchiature e delle operazioni da effettuare, è opportuno un training on the job con i casi d’uso (e di rischio) più frequenti e le situazioni di stress che possono creare pericolo (stanchezza, disattenzione);
responsabilizzazione. Più il dipendente è coinvolto nei processi decisionali e responsabilizzato rispetto agli asset da preservare, più cresce l’attenzione nei confronti dell’intero flusso di lavoro. Di conseguenza, diminuisce il rischio di potenziali incidenti;
analisi dei flussi di lavoro. Il sovraccarico dovuto ai picchi di lavoro crea situazioni di stress e, quindi, di pericolo. È necessario rivedere la tipologia e la programmazione del lavoro, e valutare distribuzioni diverse;
l’analisi dei processi può evidenziare posture o operazioni non ergonomiche che, ripetute nel tempo, possono portare a microlesioni. In questi casi, l’adozione di tecnologie apposite (collaborative robots, esoscheletri, postazioni di pick&pack dinamiche, ecc.) possono migliorare sensibilmente la sicurezza e la sostenibilità del lavoro nel tempo.
La sicurezza degli addetti al magazzino è, ovviamente, un valore primario. Oltre a ciò, ha una ricaduta indiretta sulla reputazione dell’azienda che, favorisce il business. Allo stesso modo è la sostenibilità ambientale. Il Bilancio Sociale diventerà progressivamente un obbligo per le aziende, e i comportamenti virtuosi saranno fonte di reputazione positiva. Si pensi, infatti, al rapporto col territorio: i grandi centri distributivi sorgono, non di rado, in comuni piccoli, e l’integrazione con l’ambiente sociale circostante ne favorisce lo sviluppo e il portato di valori. O si pensi, anche, ai dark store: sorgono spesse volte nelle aree urbane come recupero di edifici industriali, creando nuovo business e vitalità.
La Supply Chain sostenibile è un contratto win-win tra azienda, ambiente e territorio, a beneficio dell’intera comunità.