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Automazione logistica: come si misura il ROI

Scritto da SUPPLY CHAIN & WAREHOUSE MANAGEMENT | 16 maggio 2025

L’automazione logistica è un’esigenza forte all’interno della Supply Chain. Il dato emerge con chiarezza da uno studio dell’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” del Politecnico di Milano: il 67% delle aziende intervistate, trasversalmente ai settori di mercato e alle dimensioni societarie, dichiara di voler aumentare la spesa in automazione logistica, e, nel caso delle piccole e medie imprese, concentrandosi sull’automazione delle aree di storage e picking. A tale richiesta, i fornitori di tecnologia rispondono non solo con l’offerta di nuove apparecchiature, ma anche con paradigmi di fornitura innovativi, come, ad esempio, il Raas – Robots-as-a-Service. A fronte di tale spinta, occorre, però, saper misurare il ROI – Return on Investment, al fine di garantire il contributo della tecnologia rispetto agli obiettivi aziendali, che possono variare da impresa a impresa.

Automazione logistica: quali sono i costi

L’effort per implementare un magazzino automatico o semi-automatico non sono solo relativi all’acquisizione della tecnologia in senso stretto. Vi sono, infatti, una serie di implicazioni di cui occorre tenere conto:

  • le apparecchiature devono integrarsi con il resto dell’impianto;
  • i flussi di lavoro devono essere revisionati;
  • il personale deve essere addestrato all’utilizzo dei nuovi sistemi automatici;
  • le strutture fisiche (building) devono essere adeguate.

L’implementazione dell’automazione non è, dunque, un semplice aggiornamento tecnologico, ma un processo di trasformazione aziendale, che va affrontando in modo strutturato, e il calcolo del ROI rappresenta uno degli elementi fondanti di tale strategia.

Come calcolare il ROI

Come si è detto, l’acquisizione dei sistemi di automazione comporta investimenti non solo a livello economico, ma anche organizzativo e di gestione del personale. L’investimento complessivo è composto da una serie di voci, tra cui:

  • acquisto dei macchinari e del relativo software di controllo;
  • contratti di manutenzione e assistenza;
  • sviluppo dell’integrazione software con le piattaforme aziendali (ERP, MES – Manufacturing Execution System, sistemi di gestione della Supply Chain, ecc.);
  • sviluppo dell’integrazione hardware: sistemi di movimentazione (AMR, AGV, ecc.,); sistemi di identificazione e tracciabilità; sensoristica;
  • mappatura e ridisegno dei processi.

A fronte di tali investimenti, il ROI viene calcolato in due step.

  1. Definizione dei KPI – Key Performance Indicator. Il “ritorno” non è solo economico e ogni azienda stabilisce il tipo di ritorno atteso. Occorre considerare, infatti, che si innalza il livello qualitativo del magazzino (puntualità, velocità, ecc.) con evidenti benefici per il servizio reso, che per un’azienda può assumere un valore prioritario rispetto ad un’altra.
  2. Misurazione. Per gli indicatori di carattere finanziario, il calcolo è fatto come differenza percentuale tra il costo dell’investimento e il guadagno procurato. Per gli indicatori diversi, occorre stabilire un parametro di misurazione oggettivo e registrare la differenza nel tempo.

AL fine di valutare se l’investimento è adatto per l’azienda, occorre considerare il beneficio che ogni tipo di macchina può comportare. Riferendoci alle sole performance operative (a cui vanno aggiunti, come detto, i KPI specifici dell’azienda), gli indicatori possono essere diversi, da macchinario a macchinario: per il sorter si calcola, ad esempio, il numero di colli smistati e il risparmio sul lavoro manuale; per i VLM – Vertical Lift Module, il risparmio di spazio e il numero di prodotti serviti per singolo operatore; per gli AGV – Automatic Guided Vehicle, il numero di missioni completate al giorno e il risparmio sulla manodopera; infine, per i pallettizzatori/depallettizzatori, il numero di pallet movimentati nell’unità di tempo e i minori danni alla merce. Inoltre, tanto più la macchina è utilizzata, tanto maggiore sarà il beneficio, per cui occorre una revisione dei flussi al fine di massimizzare l’impiego dell’apparecchiatura.

Il ROI in un magazzino: quali indicatori misurare

Posto che ogni azienda deve individuare i propri KPI, il ritorno degli investimenti può avvenire sotto diverse forme, tra cui si possono individuare quelle che oggi sono maggiormente diffuse:

  • performance operative. Le operazioni di movimentazione della merce aumentano in velocità e precisione, con una disponibilità oraria H24. Ciò significa, ad esempio, accrescere la disponibilità dei prodotti, aumentare il numero di ordini evasi nell’unità di tempo, e, infine, ridurre i tempi di consegna ai clienti;
  • risparmio sulla “workforce”. Le operazioni manuali sono sostituite da quelle automatiche, con un risparmio sui costi diretti e su quelli indiretti (riduzione degli errori), e un maggiore tasso di sicurezza per gli operatori;
  • allocazione dello spazio. Sistemi automatici, quali, ad esempio, gli AS/RS – Automatic Storage/Retrieval System, o i magazzini verticali automatici, consentono di sfruttare l’altezza del building e portano ad un risparmio in termini di spazio utilizzato.
  • Sostenibilità sociale. L’automazione logistica comporta un maggiore benessere degli addetti (minore carico di lavoro e possibilità di dedicarsi ad attività a valore aggiunto).

 Un contributo specifico al ROI viene, inoltre, dal WMS – Warehouse Management System e dal WCS – Warehouse Control System. Il WMS incide direttamente sul ROI in quanto l’utilizzo ottimale dei sistemi automatici dipende dalla capacità di sfruttare le risorse dell’impianto (slotting, calcolo dei percorsi, assegnazione dei task, ecc.). Il WCS, dal canto suo, assicura il coordinamento di tutta l’automazione logistica, garantendo la riduzione dei tempi morti, l’eliminazione degli errori, e, infine, monitorando lo stato di salute di ogni singola apparecchiatura. Il contributo di WMS e WCS in termini di efficienza e controllo dell’automazione è evidente in casi come quelli del pastificio La Molisana, dell’azienda agroalimentare Mundi Riso o della manifatturiera Vetrobalsamo, in cui WMS e WCS garantiscono il controllo centralizzato delle apparecchiature automatiche e l’integrazione fluida di operazioni automatiche e manuali. 

Ampliando lo sguardo, Amazon ha documentato come, nell’impianto logistico aperto nel 2024 in Louisiana, il maggior investimento in automazione logistica e Artificial Intelligence rispetto agli altri plant, abbia portato a una riduzione del 25% nei costi per l’evasione degli ordini. Ma non solo: nel medesimo polo logistico, l’automazione logistica ha portato maggior benessere per i lavoratori e risparmio di spazio fisico. La conclusione appare quasi scontata: il magazzino del futuro, afferma il colosso dell’eCommerce, è una combinazione di robotica, sensori e computer vision, che interagiscono in modo fluido con gli operatori umani.