La Customer Centricity nel Retail può evolversi alla luce delle nuove tecnologie digitali? La risposta può non essere così ovvia se a monte non sono stati sviluppati Data Strategy e digitalizzazione dei processi. “Mettere il cliente al centro” poteva essere sufficiente quando quest’ultimo all’interno dello store si faceva riconoscere tramite tessera sconto o con una più recente smart card. Ora il cliente è quasi inafferrabile, si sposta di continuo tra store fisico e digitale, alla perenne ricerca di informazioni e occasioni. Coltivare una buona Customer Centricity diventa molto più difficile senza l’uso degli strumenti giusti.
Tecnologie come Business Intelligence (BI) e Business Analytics possono aiutare il retailer ad avanzare ipotesi di comportamento del cliente durante tutto il suo percorso di acquisto. Percorso che si è di fatto allungato, aggiungendo numerosi step intermedi che costituiscono un’occasione imperdibile di affiancarsi in modo positivo al cliente per il retailer in possesso delle giuste tecnologie.
La Custormer Centricity passa, quindi, necessariamente dalla raccolta, dall’analisi ed elaborazione continua dei dati del cliente, moltiplicando questa operazione per migliaia o centinaia di migliaia di volte. Se l’unità è il cliente, decine di migliaia di clienti sono il mercato. E il mercato è, per definizione, in continua evoluzione.
Le stesse tecnologie sono, però, alla base di altrettanti indispensabili strumenti e funzioni per gestire, in tempo reale, logistica e supporto clienti, digitalizzare i processi amministrativi e i rapporti con produttori e distributori. Una corretta raccolta e lettura dei dati (data quality) può favorire e facilitare rapide decisioni non solo su problematiche presenti, ma anche aiutare a definire nuovi scenari di mercato.
Una moderna regola del marketing recita più o meno così: un cliente può dimenticarsi tutto, ma non il modo in cui un brand lo fa sentire. La Customer Centricity nel Retail diventa quindi Customer eXperience (CX), e l’esperienza è qualcosa che può essere facilmente giudicata, ricordata e soprattutto, condivisa, centinaia di volte.
La Business Intelligence diventa, quindi, indispensabile per poter analizzare passato, presente e immediato futuro del comportamento del cliente. Solo la digitalizzazione del processo di acquisto può fornire preziose informazioni al business management dei brand per supportare in modo opportuno produzione e distribuzione. Fare tutto questo da un foglio di Excel, per quanto ben progettato, è impossibile. Nel retail, come qualsiasi in altra azienda, il dato deve essere considerato come un asset portante dell’impresa e come tale deve generare valore.
È chiaro, dunque, che la Business Intelligence sposta verso l’alto l’asticella delle prestazioni. Vediamone, in sintesi, 3 principali vantaggi:
Affinché tutto questo accada è però necessario che la cultura del dato diventi parte integrante delle modalità di azione e di pensiero del management. Dato che, mediato dalle soluzioni di Business Intelligence, non solo può diventare un pillar a valore dell’azienda, ma anche fornire utili strumenti per la tutela della reputazione del brand, mantenendo costante l’attenzione sulla Customer Centricity.