La falsificazione e contraffazione dei farmaci è un fenomeno che si è reso evidente all’inizio degli anni Duemila, come documentato dal Centro Nazionale Controllo e Valutazione dei Farmaci dell’Istituto Superiore della Sanità. Il fenomeno riguarda tutte le tipologie di farmaco (salvavita, da banco, di “lifestyle”, ecc.) e si è diffuso grazie anche alla facilità delle vendite on line. Per contrastare il crimine, l’Unione Europea ha emanato nel 2011 (con attuazione entro il 2019) la direttiva nota come FMD – Falsified Medicines Directive, all’interno del processo più ampio di tracciabilità del farmaco.
Nonostante l'Italia abbia una deroga fino a febbraio 2025 per recepire la direttiva, i produttori hanno progressivamente aggiornato i sistemi di fabbricazione per adeguarsi alla normativa ed essere in grado di esportare i farmaci all’estero. Per i farmaci soggetti a prescrizione medica, i requisiti di sicurezza previsti dal regolamento sono due:
La serializzazione è il processo tramite il quale viene assegnato un codice digitale a ciascuna confezione o contenitore di medicine. Attraverso questa identità digitale si può tracciare e rintracciare il farmaco lungo il suo percorso dal produttore all’utilizzatore finale e viceversa. Il sistema regolatorio prevede che l'identificativo univoco venga inviato all’EMVS – European Medicines Verification System, il quale trasmette a sua volta i dati ai sistemi di archiviazione nazionali (NMVO – National Medicines Verification Organizations). Quando tali informazioni sono registrate, il farmaco è controllato nel momento in cui viene dispensato al cittadino, e la scansione del codice a barre determina la disattivazione dell’identificativo e la comunicazione ai due enti.
Il processo di autenticazione dei medicinali coinvolge diversi attori: i produttori applicano il bollino (codice a barre); i distributori verificano l'autenticità dei farmaci attraverso la scansione elettronica; le farmacie e gli ospedali li controllano attraverso il bollino; le autorità regolatorie monitorano il sistema di autenticazione dei medicinali e conducono ispezioni per assicurarne la conformità. L’intero processo, dall’industria farmaceutica fino all’utilizzatore finale, coinvolge diversi attori e va a beneficio di tutta la comunità:
Va inoltre considerato che il processo di gestione del bollino anticontraffazione genera una grande quantità di dati, la cui raccolta e analisi sono un contributo fondamentale sia per la ricerca farmacologica in senso stretto (reazioni avverse), sia per la lotta alla contraffazione stessa.
In un contesto di tracciabilità di dettaglio, tutte le informazioni devono essere registrate, sia quelle intrinseche al prodotto (sostanze, data e sito di fabbricazione, ecc.), sia quelle di distribuzione (consegne intermedie, quantità, giacenze, ecc.). Si viene a creare una mole enorme di informazioni, e le tecnologie di analisi dei dati oggi disponibili, quali, ad esempio, Big Data e Analytics, Machine Learning e Artificial Intelligence o, infine, le dashboard di visualizzazione, consentono di isolare fenomeni sospetti o individuare tendenze altrimenti non visibili (“pattern”):
Il bollino anticontraffazione rappresenta una svolta per l’industria farmaceutica. La necessità di tracciare il farmaco e poter risalire al lotto di produzione richiede alle aziende del settore di disegnare nuovi processi e di adeguarsi alle normative UE di riferimento. I nuovi regolamenti, in progressiva adozione in Italia, rappresentano un beneficio per l’intera Supply Chain, in quanto ogni impresa della filiera è maggiormente tutelata contro le truffe. Ma non solo: le nuove tecnologie quali, ad esempio, l’Artificial Intelligence, possono utilizzare le informazioni del bollino anticontraffazione per anticipare i comportamenti fraudolenti e proteggere il business. Ciò rappresenta un contributo significativo per lo sviluppo futuro dell’impresa, sia in termini tecnologici che di profitto.