Il digital business richiede ai dipartimenti It una capacità di risposta senza precedenti. Sviluppare software e fornire servizi molto rapidamente diventa la mission quotidiana di qualsiasi team informativo per soddisfare i desideri degli utenti (dipendenti aziendali, collaboratori, clienti finali).
A fronte di sistemi che crescono in complessità e di aspettative sempre più stringenti in termini di time-to-market, come realizzare progetti vincenti? La chiave per uscire dalla situazione critica passa attraverso l’implementazione di tecniche Agile e DevOps Services grazie al supporto di un partner esperto come Beta 80.
Con “Agile” si definiscono le metodologie per sviluppare software secondo un approccio empirico e incrementale, basato su obiettivi intermedi e cicli di eventi reiterati (“sprint”). Definito lo scopo del progetto, si lavora su rilasci frequenti che contengono un “incremento” (un piccolo miglioramento) del progetto, procedendo per gradi fino al traguardo. Gli utenti possono iniziare a utilizzare le nuove release fornendo feedback agli sviluppatori, che possono quindi “raddrizzare il tiro” in corso d’opera in vista della meta finale.
Chiaramente la collaborazione tra gli stakeholder del progetto deve essere massima. La pratiche DevOps prescrivono una serie di strumenti e best-practice per organizzare il lavoro in modo efficace e massimizzare la sinergia tra developers e operations. L’istituzione di tavoli di lavoro cross-funzionali, con competenze di dettaglio in campi specifici, è il punto di partenza per accelerare il modo di sviluppare software.
Beta 80 offre un approccio di DevOps agile che permette ai clienti di efficientare il processo di development, fornendo diverse opzioni e un percorso personalizzato. L’obiettivo è sviluppare software a valore, portando nuove sacche di efficienza e opportunità di business.
Qualsiasi servizio per sviluppare software è stato pensato con l’obiettivo di allineare le necessità di business ai servizi applicativi: il cliente è al centro e l’intero processo di development è finalizzato a soddisfare i bisogni degli utilizzatori. Il framework DevOps fornisce lo strumento per raggiungere la piena comunità di intenti e desiderata, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi aziendali.
Beta 80 mette a disposizione squadre di esperti multidisciplinari con conoscenze avanzate e certificate su tecnologie Microsoft e Java, pratiche e strumenti DevOps, Scrum e altre metodologie agile, Project Manager PMI, Prince2 e ITIL. Il mix di competenze metodologiche e tecnologiche permetterà, quindi, al cliente di ottenere ritorni in tempi molto brevi, grazie all’esperienza e al know-how di Beta 80 maturati in oltre trent’anni di consulenza It.
Chiariti le skill e i servizi offerti da Beta 80 sul fronte DevOps, è interessante capire come sviluppare in concreto la metodologia, inserendola all’interno del contesto aziendale.
Poiché il passaggio alle nuove modalità di lavoro implica un percorso personalizzato e su misura, il primo suggerimento è partire con un’analisi dettagliata per individuare le principali problematiche che attualmente ostacolano i flussi di sviluppo e distribuzione del software. Da qui si prosegue con la definizione di obiettivi misurabili sia sul lungo periodo sia a breve termine, così da mantenere una visione olistica sul processo e garantire il miglioramento continuo, ottenendo contemporaneamente la flessibilità per “aggiustare il tiro” all’occorrenza.
Nonostante la via ottimale di avvicinamento al DevOps sia da valutare caso per caso, è possibile identificare alcune buone pratiche comuni che permettono alle aziende di sbrogliare le difficoltà più frequenti e complesse. Esistono, infatti, capabilties e procedure che andrebbero implementate a livello di singolo team oppure di organizzazione, richiedendo sia task specifici sia lo sforzo congiunto di tutti i professionisti coinvolti nella pipeline di sviluppo applicativo e gestione del lifecycle.
Il goal primario nell’adozione dell’approccio DevOps è l’acquisizione delle tecniche di continous delivery, che permettono di procedere alla realizzazione del software attraverso rilasci incrementali molto frequenti, mitigando il rischio di fallimento e andando a soddisfare i desiderata degli utenti.
La capacità di automatizzare le attività di test e di innescare la continous integration attraverso l’utilizzo di piattaforme specifiche contribuisce sia ad accelerare la velocità di delivery applicativa sia a migliorare la qualità del codice. Grazie all’automated testing, gli sviluppatori possono ricevere i feedback degli utenti in modalità ciclica e continua, quindi correggere gli errori e integrare le modifiche effettuate al codice in build condivise e disponibili a tutti i team.
Il ricorso a tecniche di sviluppo moderne o cloud native, come le architetture a microservizi, i container e le API (Application Programming Interface), può contribuire ad accelerare i rilasci nell’ottica della continous delivery, favorendo l’organizzazione del lavoro in team specializzati e in logica di collaboration.
Tramite le API, infatti, i programmatori possono risparmiare tempo e risorse riutilizzando e connettendo all’interno dei propri progetti il codice sviluppato da terze parti.
Le tecniche di containerizzazione mettono a disposizione degli sviluppatori ambienti di runtime completi, che possono essere trasferiti, insieme alle applicazioni che ospitano, da un ambiente all’altro e tra più nuvole. Sostanzialmente, i software containerizzati vengono eseguiti indipendentemente dall’infrastruttura hardware sottostante, garantendo la portabilità e risparmiando ai programmatori l’onere di apportare modifiche al codice a seconda dell’ambiente di destinazione. Le piattaforme di orchestrazione, inoltre, permettono di automatizzare e ottimizzare la gestione dei container, semplificando ulteriormente le attività di distribuzione applicativa.
Infine, le architetture a microservizi concepiscono il software come un insieme di singole unità funzionali indipendenti, che, in fase di modifica, non vanno a compromettere il funzionamento complessivo dell’applicazione. Ogni funzione può, quindi, essere programmata, modificata e gestita da piccoli team di specialisti che lavorano in parallelo e in sinergia.
Tuttavia, l’approccio collaborativo al software development non può essere risolto e implementato soltanto attraverso il ricorso a best practice operative e tecnologie di sviluppo. Diventa, infatti, indispensabile un salto di mentalità per chi produce e utilizza le applicazioni: serve la volontà di scambiarsi opinioni, condividere un linguaggio e lavorare per obiettivi comuni, abituandosi anche a nuove modalità organizzative che prevedono cicli di attività brevi e iterativi, senza perdere di vista le finalità strategiche. Ecco perché bisogna definire un piano di change management strutturato e coerente, esteso a tutta l’organizzazione.
Un partner come Beta 80 può aiutare qualsiasi azienda ad acquisire le giuste competenze e metodologie per concretizzare le logiche DevOps, favorendo l’evoluzione sia tecnologica sia culturale.