Aule, uffici, laboratori, residence, strutture amministrative. Che si tratti di edifici dislocati all’interno della città o grandi spazi dedicati esclusivamente alla vita dello studente, sullo stile dei campus americani, la complessità fisica, organizzativa e strutturale degli atenei è in continuo divenire.
Sono migliaia le persone che ogni giorno si muovono lungo i corridoi e tra gli edifici universitari: studenti, docenti, staff, ma anche visitatori, ospiti o avventori provenienti da altre facoltà o Istituti.
Con una popolazione così vasta e mutevole, il tema della sicurezza fisica in Ateneo risulta estremamente complesso, ma anche di primaria importanza.
Per garantire safety e security all’interno delle strutture universitarie, infatti, è necessario non solo identificare tutti coloro che vi accedono, ma anche tracciarne la presenza in real-time e assicurarsi che l’accesso agli edifici o a determinate zone sia regolato e autorizzato.
Farlo in modo analogico è difficile e macchinoso, richiederebbe l’uso di un gran numero di chiavi, da affidare ai singoli individui e un controllo accessi basato sulla registrazione manuale dei dati, con un rischio di errori e violazioni altissimo.
Man mano che gli Atenei si ingrandiscono, dunque, diviene pressante la necessità di soluzioni digitali, in grado di ottimizzare i processi, rendendoli più fluidi, adattabili a specifiche esigenze e funzionali.
Un esempio è il sistema di controllo accessi installato da Beta 80 Group presso il campus H-Farm di Roncade (Treviso) e nella sede di Milano.
H-Farm, hub internazionale dedicato alla formazione e all’innovazione tecnologica, vanta un campus di 51 ettari, in grado di ospitare più di 3.000 persone.
Dal 2005, anno di fondazione, ad oggi, il campus è cresciuto e con esso la popolazione che lo anima quotidianamente. Ciò ha fatto nascere l’esigenza di una maggior sicurezza e di un sistema che unificasse il controllo accessi di tutte le strutture presenti. Quest’ultime, affidate a diversi costruttori nel corso degli anni, presentavano serrature e sistemi di accesso diversi e non parlanti tra loro.
Beta 80 Group, installando su Cloud AWS il sottosistema centrale della piattaforma proprietaria Control 1st, ha unificato i diversi sistemi hardware in un’unica gestione software.
La piattaforma gestisce, ora, circa 500 accessi attraverso dispositivi installati sulle porte, gate pedonali e varchi auto, facenti parte del sottosistema periferico di Control 1st. Gli accessi avvengono soprattutto tramite l’utilizzo di serrature meccatroniche, che si aprono, cioè, con l’utilizzo di badge personali rilasciati dal responsabile della sicurezza.
I principali vantaggi del nuovo sistema sono:
Per garantire la sicurezza dei propri spazi, dunque, Atenei e Istituti di Formazione devono restare al passo con la Digital Transformation.
Proprio per questo, il progetto realizzato da Beta 80 Group per H-Farm è tutt’ora in evoluzione: è, infatti, in programma la “smaterializzazione del fattore di forma”, ovvero la sostituzione dei badge fisici con un’app installata sullo smartphone. L’utilizzo di credenziali virtuali ha lo scopo di aumentare ulteriormente la sicurezza. Nel caso di smarrimento badge, ad esempio, nell’intervallo di tempo necessario a denunciarne la perdita, un malintenzionato, venendone intenzionalmente o accidentalmente in possesso, potrebbe accedere senza autorizzazione in ambienti riservati. Sostituendo l’utilizzo del badge con credenziali immateriali, questo ed altri rischi potrebbero essere evitati del tutto.
La piattaforma è stata, inoltre, adoperata anche da importanti Università e Aziende, per rafforzare la capillarità e garantire l’interoperabilità dei sistemi di sicurezza.
Control 1st è, dunque, una piattaforma trasversale e modulare, adattabile ad esigenze specifiche ed espandibile al bisogno, in base all’ambiente di utilizzo. Una sua ulteriore evoluzione, nell’ambito education, potrebbe essere, ad esempio, l’unificazione di tutti i sistemi di sicurezza del campus.
Un’unica piattaforma, capace di controllare e correlare gli accessi, i sistemi di allarme, le telecamere, i dispositivi antincendio, ecc. garantirebbe al personale preposto una panoramica a 360 gradi sul campus in control room e di accelerare eventuali procedure di sicurezza.
In caso di incendio, ad esempio, la piattaforma permetterebbe non sono di identificare dove questo sta avvenendo, ma anche di sbloccare tutti gli accessi all’interno dell’edificio, così da facilitarne l’evacuazione. O ancora, potrebbe integrarsi con i sistemi di videosorveglianza e di chiamata di emergenza.
Il risultato sarebbero luoghi di istruzione e formazione estremamente sicuri, controllati e resilienti, in grado di reagire con prontezza in caso di problemi, ma anche di garantire una quotidianità più semplice e funzionale a studenti e personale.