Secondo le ultime stime di Grand View Research il mercato EdTech, valutato 89,49 miliardi di dollari nel 2020, avrà un tasso di crescita annuale composto del 19,9% dal 2021 al 2028.
I driver di questa crescita sono da attribuire alla nascita e propagazione di nuove tecnologie intelligenti come IoT, intelligenza artificiale, VR & AR, Blockchain. Proprio quest’ultima potrebbe farsi largo in maniera esponenziale in tutto il mondo EdTech.
Ma di cosa si tratta esattamente?
La Blockchain è un grande database digitale in cui le informazioni sono raggruppate in “blocchi chiusi” concatenati tra loro in ordine cronologico, è un distributed ledger, un libro mastro o registro distribuito, su migliaia di computer in giro per il mondo, in migliaia di copie identiche, in cui sono annotate delle informazioni. Ogni volta che un nuovo pacchetto dati viene inserito con tutte le modifiche del caso, lascia il precedente blocco immodificabile per sempre.
Si tratta, insomma, di una grande banca dati:
La sua particolarità è che non ha un’autorità centrale: per sua stessa definizione è un sistema decentralizzato, democratizzato e trasparente. Dal momento che è un libro condiviso e immutabile, tutte le informazioni in esso contenute sono accessibili a chiunque.
Introdotta originariamente come sistema sicuro per controllare i Bitcoin e il mondo delle criptovalute, usata per verificare tutte le transazioni tra gli utenti ed evitare le frodi, la blockchain si è poi allargata a diversi ambiti applicativi, rivelando la sua utilità per innumerevoli settori e mercati come: Bank and Finance, opere d’arte e Made in Italy, NFT (Non Fungibile Tokens), health-care, IoT (Internet of Things), archiviazione in cloud e supply chain.
Il mondo dell’Education, le università ed i relativi stakeholder come gli studenti, non fanno eccezione e rappresentano un settore nel quale questa tecnologia potrebbe avere sviluppi davvero interessanti.
Negli ultimi anni, progetti universitari di alto profilo basati sulla Blockchain hanno ricevuto un'attenzione mediatica significativa, alimentando ulteriore interesse per questa tecnologia.
L’Università di Melbourne, ad esempio, nel 2017 si è servita della Blockchain per emettere credenziali digitali, consentendo agli studenti di condividere copie verificate delle loro qualifiche con i datori di lavoro e terze parti interessate.
Col tempo, stanno emergendo nuovi modi per applicare la tecnologia Blockchain nel settore dell'istruzione. Tra i più probabili troviamo:
Un altro approccio in gran voga è quello della creazione di prodotti ibridi: l'oggetto fisico diventa virtuale, un Non Fungible Token (NFT). Tramite Blockchain i dati del prodotto vengono registrati sotto forma di smart contract e una volta trascritti su Blockchain sono immutabili. L'oggetto diventa così un bene digitale unico e autentico, impossibile da contraffare. Sono diversi i marchi di moda che hanno lanciato prodotti o collezioni NFT, offrendo agli acquirenti accessi privilegiati a vantaggi esclusivi come la possibilità di partecipare a eventi virtuali o nel mondo reale. In questo modo, il brand crea una community di utenti sempre più fidelizzata ed inserita nella vita dell’organizzazione.
Tutto questo è applicabile anche alle università, oramai delle vere e proprie organizzazioni che hanno come obbiettivo principale quello di migliorare la student experience, offrendo agli studenti servizi didattici, servizi legati alla carriera e servizi extra scolastici.
Attraverso l’utilizzo della Blockchain, degli NFT e del loro possesso, di realtà aumentate e MetaVerso, l’esperienza dello studente potrebbe essere vissuta a metà tra mondo fisico e digitale. Lo studente si sentirà parte integrante di una comunità specifica che avrà interessi di studio, ideali e passioni comuni.
La Blockchain rappresenta, dunque, la seconda era di Internet, esserne fuori vorrebbe dire perdere un treno verso l’innovazione, verso una cultura decentralizzata, trasparente, sicura e sicuramente più democratica. Le Università, così come tutto il mondo scolastico, rappresentano un importante banco di prova per sperimentare nuove tipologie di digitalizzazione, per migliorare la student experience all’interno dell’ateneo, per iniziare ad istruire gli studenti all’utilizzo della tecnologia stessa ed infine per avvicinare le nuove generazioni verso una formazione continua ed integrata con la vita di tutti i giorni.