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Articolo: È tempo di Green Supply Chain: come si fa la gestione dei resi nell’eCommerce

Scritto da SUPPLY CHAIN & WAREHOUSE MANAGEMENT | 23 dicembre 2025

La crescita costante dell’eCommerce ha rivoluzionato le abitudini di acquisto, ma ha anche evidenziato l’urgenza di modelli logistici più sostenibili.  Il mercato è in piena espansione: in Italia vale oltre 62 miliardi di euro, mentre in Europa supera gli 840 miliardi, con una penetrazione digitale del 73%. La crescita è trainata da settori come moda e grocery, ma porta con sé sfide cruciali: tra queste, la gestione dei resi, che incide direttamente su costi e sostenibilità. 
Dietro all’apparente banalità di un click, si nascondono insidie rilevanti, specie quando si tratta della restituzione degli acquisti.  

La gestione dei resi è diventata una delle sfide più complesse (e spesso più sottovalutate) della logistica. Restituire un prodotto non significa soltanto sostenere costi aggiuntivi di trasporto e stoccaggio, ma anche viaggi aggiuntivi, duplicazione di imballaggi e prodotti scartati. 

L’impatto ambientale dei resi 

Le restituzioni rappresentano uno dei principali fattori di pressione ambientale del commercio online.  

Secondo una ricerca di Statista, in Italia, in media 4 acquirenti su 10 restituiscono il prodotto, senza che risulti difettoso o sbagliato.  
A causa dei resi, solo negli Stati Uniti, il settore eCommerce genera circa 5 miliardi di chili di rifiuti e 15 milioni di tonnellate di emissioni di COall’anno. 
Globalmente, l’impatto risulta ancora più devastante: 24 milioni di tonnellate di CO2 sono attribuibili ai resi eCommerce 

Le cause principali riguardano packaging non riutilizzabile, trasporti aggiuntivi e prodotti che non vengono rimessi in vendita. Il packaging è responsabile livello mondiale  fino al 75% delle emissioni dell’intero settore, mentre i trasporti pesano per circa il 15%. Secondo un rapporto Quantis, lo shopping online produce quasi cinque volte più rifiuti di imballaggio rispetto al retail fisico.  Un’analisi di 4Sustainability rileva che in Italia il tasso medio di reso è del 14% e può raggiungere il 50% per i grandi player; la moda si conferma una delle categorie più impattanti, con un tasso del 25%. Nel complesso, la logistica dei resi incide per circa il 3% delle emissioni totali del settore eCommerce, con picchi fino al 9% per i principali operatori. 

In questo scenario, il modello della Green Supply Chain si afferma come la risposta sostenibile alla complessità crescente della logistica inversa. 

Green Supply Chain applicata all ‘eCommerce 

Per rispondere alla crescente necessità di sostenibilità ambientale, negli ultimi anni sempre più imprese hanno implementato il modello della Circular Economy, che propone un utilizzo delle risorse basato su riuso, riciclo e rigenerazione. I materiali e i prodotti vengono riutilizzati, riparati, ricondizionati e riciclati il più a lungo possibile, riducendo al minimo l’uso di risorse vergini e la produzione di rifiuti.  

L’adozione del modello di Circular Economy presuppone, di conseguenza, la costruzione di una Circular Supply Chain 
Questo modello logistico integra i principi dell’economia circolare nella gestione della supply chain e prevede un ripensamento dell’intera catena logistica. A differenza di quello tradizionale, infatti, questo modello prevede la creazione flussi inversi per recuperare, riparare e reinserire beni e componenti nel processo produttivo. 
La Circular Supply Chain applicata all’eCommerce porta a privilegiare materiali riciclati, imballaggi riutilizzabili e processi capaci di reinserire i resi nel ciclo produttivo tramite ricondizionamento o rivendita. Ad esempio, scarti alimentari possono essere trasformati in materiali da imballaggio compostabili, oppure componenti elettronici recuperati da dispositivi dismessi possono essere riutilizzati in nuovi prodotti.  
Anche i resi, se gestiti in modo circolare, possono rientrare nel ciclo produttivo attraverso il ricondizionamento o il riutilizzo, evitando sprechi e riducendo le emissioni legate alla logistica. 

Best Practice per una Green Supply Chain nei resi eCommerce 

Integrare la Green Supply Chain nella logistica inversa significa ripensare processi, tecnologie e partnership in chiave di efficienza e circolarità.  
Le strategie di reverse logistics eco-friendly più efficaci, includono: 

  1. ottimizzazione dei trasporti. Ridurre i chilometri percorsi grazie a software di pianificazione avanzata e corrieri a basse emissioni;

  2. packaging sostenibile. Utilizzare materiali riciclati o compostabili, ridurre il volume degli imballaggi e facilitarne il riuso durante il reso;

  3. digitalizzazione. Integrare piattaforme eCommerce, WMS ed ERP per tracciare i flussi di reso e garantire massima efficienza e trasparenza lungo tutta la catena logistica;

  4. ricondizionamento. Reimmettere i prodotti nel mercato tramite outlet, seconde linee o donazioni, evitando lo smaltimento prematuro;

  5. partnership circolari. Collaborare con aziende specializzate nel recupero dei materiali e nel reinserimento dei resi in nuovi cicli produttivi; 

  6. policy anti-spreco. Favorire riparazione, sostituzione intelligente e programmi di ritiro dell’usato per ridurre l’impatto del ciclo di vita. 

Green Supply Chain: i vantaggi 

Implementare una Green Supply Chain significa riuscire a coniugare efficienza operativa e sostenibilità ambientale in linea con normative sempre più stringenti. A livello europeo, la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) obbliga migliaia di imprese a rendicontare le performance ESG lungo tutta la filiera, mentre la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD) impone procedure atte a prevenire impatti negativi su ambiente e diritti umani, con sanzioni fino al 5% del fatturato globale per chi non si adegua. 

I vantaggi si riflettono su più livelli e soggetti coinvolti: 

  • le aziende ottengono la riduzione dei costi logistici, un migliore utilizzo delle risorse e una maggiore trasparenza lungo la filiera. A ciò va aggiunto il ritorno in immagine e reputazione, con conseguente maggiore fidelizzazione del cliente; 

  • i clienti possono beneficiare di un’esperienza d’acquisto più coerente con i propri valori di sostenibilità; 

  • l’ambiente trae giovamento da una Green Supply Chain che riduce le emissioni di CO₂ (Scope 1, 2 e 3), limita la produzione di rifiuti e la dipendenza da materie prime vergini, favorendo l’efficienza energetica e il riciclo dei materiali.  

Secondo Gartner, le imprese che hanno digitalizzato e reso circolari le proprie supply chain hanno registrato riduzioni dei costi di reso fino al 30% e miglioramenti dei KPI ambientali superiori al 20% (emissioni e rifiuti). 

Gestione sostenibile dei resi per una supply chain migliore 

I resi sono un nodo strategico che impatta su costi, reputazione e soprattutto sull’ambiente. Gestirli in modo sostenibile rappresenta un importante passo per la Green Supply Chain. 

In un contesto di normative sempre più rigorose e consumatori sensibili alla sostenibilità, adottare modelli come la Green Supply Chain e la Circular Supply Chain diventa una necessità competitiva. Le aziende che investono in processi circolari, digitalizzazione e partnership green oltre alla significativa riduzione delle emissioni e dei rifiuti, ottengono, infatti, vantaggi economici e reputazionali.  

Il futuro dell’eCommerce passa da qui: trasformare la logistica inversa, dall’essere un problema di sostenibilità, ad un motore di innovazione.