Una sfida a suon di ranking quella tra le università d’Italia e del mondo che sempre più spesso utilizzano queste autorevoli classifiche come prova della qualità dell’offerta e incentivo alle iscrizioni. Da quelle più accreditate come Times Higher Education, Qs, Shanghai, FT al sottobosco di graduatorie più piccole e settoriali, di volta in volta i parametri utilizzati nelle valutazioni cambiano e rischiano di confondere non solo il pubblico, ma quegli stessi atenei che mirano a scalare le classifiche delle università.
Come monitorare, dunque, gli indicatori chiave?
Una risposta efficace viene dal data management.
Vista la grande quantità ranking nazionali e internazionali, un primo passo per l’ateneo che voglia tener traccia del proprio posizionamento è individuare la classifica o le classifiche di suo maggior interesse. Di solito, per molti dei principali ranking i parametri di valutazione, seppur tra loro differenti, sono noti.
Identificata, quindi, la classifica che si mira a scalare, insieme agli indicatori di riferimento e ai parametri di valutazione, è possibile automatizzare l’estrazione, l’elaborazione e la rappresentazione dei dati, utilizzando strumenti di data management.
Quest’ultimi permettono di estrarre ed elaborare dati da fonti interne ed esterne, attraverso inserimento manuale o automatico e, correlando i Big Data, restituiscono dashboard e report, che monitorano in real-time diversi tipi di indicatori, secondo il peso attribuitogli dalle classifiche scelte.
Il sistema permette di avere una visione chiara e a 360 gradi di tutti quegli aspetti che determinano il prestigio dell’ateneo, secondo le fonti più autorevoli. Employability, Student Experience, Reputation, numero di pubblicazioni e di studenti internazionali sono solo alcuni dei parametri che è possibile monitorare e utilizzare come base per una strategia di business che miri a scalare le classifiche delle università.
I vantaggi sono diversi e possono essere riassunti in:
Quando l’ateneo decide di investire nel Data Management, generalmente si affida ad un partner tecnologico per l’implementazione di un Data Strategy Framework, che si articola secondo 4 step:
In particolare, attraverso il metodo “What If”, si formulano ipotesi circa le strategie più adatte al raggiungimento degli obiettivi e se ne valutano gli ipotetici risultati, prima di metterle effettivamente in campo.
A seconda delle esigenze i sistemi possono essere on premise o in Cloud e customizzati secondo specifiche richieste.
In ogni caso, a prescindere dal posizionamento nelle singole classifiche delle università, è bene tener conto dell’enorme potenziale del Data Management nel settore Education.
Utilizzare Big Data e Analytics per tenere d’occhio gli elementi che favoriscono la buona reputazione dell’ateneo e sfruttare queste informazioni per indirizzare scelte e strategie a medio e lungo termine, infatti, è un passo fondamentale per ogni Istituto che miri ad essere davvero competitivo, in un mercato, quello dell’eEdTech, sempre più complesso e privo di confini geografici.