Il monitoraggio della rete delle Telco sta vivendo una rivoluzione causata anche dalla crisi pandemica. Gli ultimi dati diffusi dall’Osservatorio Agcom sul periodo gennaio-febbraio 2020 fotografano un forte incremento del traffico che è presumibile non accennerà a diminuire nei prossimi mesi. “Anche se i mesi estivi hanno prodotto un’attenuazione nei consumi rispetto ai primi mesi dell’anno - si legge nella comunicazione dell’Agcom -, purtuttavia la più intensa fruizione domestica di contenuti video in streaming, il telelavoro e la didattica a distanza hanno prodotto, nei primi nove mesi dell’anno, una forte crescita del traffico, aumentato giornalmente del 44,4% nella rete fissa e del 56,4% in quella mobile”. È sempre l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni a stimare che nei primi nove mesi dell’anno il traffico per linea broadband nella rete fissa abbia raggiunto i 5,77 GB giornalieri, con una crescita del 40,2%”, mentre nella rete mobile il traffico dati giornaliero è di circa 0,27 GB giornalieri.
In questa situazione, per un provider che offre servizi di telecomunicazione, riuscire a monitorare la rete in tempo reale è essenziale sia per gestire l’attuale contingenza sia come leva competitiva in un mercato fortemente concorrenziale. Le piattaforme di monitoraggio per le Telco devono, quindi, possedere alcune caratteristiche essenziali, a partire dalla scalabilità per far fronte non solo a picchi di accesso che rappresenteranno ormai la norma, ma anche all’evoluzione tecnologica che vedrà ad esempio il prossimo ingresso del 5G come paradigma di trasmissione. Alla scalabilità delle piattaforme di monitoraggio va aggiunto anche il requisito dell’apertura, visto che il numero e la tipologia di apparati da cui attingere le informazioni sono in costante trasformazione. Basti pensare che il rilevamento del traffico della rete mobile registrato dall’Agcom fa riferimento alle sole SIM “human” ed esclude quelle M2M (Machine-to-machine) che, invece, svolgono un ruolo centrale soprattutto negli ambienti industriali 4.0 che utilizzano device e architetture IoT (Internet of Things).
Alla luce di quanto detto finora, il monitoraggio della rete per le Telco deve assolvere a un duplice compito: uno di carattere squisitamente tecnico e infrastrutturale, l’altro più legato alle prestazioni in ottica di business. Nel primo caso, il monitoraggio serve al team di Operations della Telco per conoscere, tramite strumenti di performance analysis, il funzionamento della rete e predisporre azioni di capacity planning adeguate. Nel secondo, sono i clienti stessi delle Telco ad avanzare la necessità di avere sotto controllo i propri sistemi da cui dipende la qualità del servizio offerto al consumatore finale. Tenere insieme queste due esigenze è uno dei cambiamenti nei modelli di monitoraggio della rete a cui le Telco oggi non possono rinunciare. In più, poiché la mole dei dati e la loro eterogeneità richiedono un approccio organico molto più di quanto avvenisse in passato, le soluzioni di monitoraggio devono essere in grado di rispondere a questa complessità in maniera univoca.
Oggi esistono sul mercato software evoluti di monitoraggio che vengono adottati in vari settori economici, compreso perciò quello in cui operano le Telco. Solo per fare un esempio, uno strumento open source come Zabbix permette di monitorare e raccogliere le metriche di disponibilità e di utilizzo delle risorse di server, reti, istanze di database, hypervisor e storage. Un altro come Splunk, invece, rientra tra i sistemi SIEM (Security Information and Event Management) e consente di aggregare automaticamente grandi quantità di dati, di analizzarli, di identificare pattern e di offrire insight riepilogativi in formato grafico su apposite dashboard. Dynatrace e ServiceNow, a loro volta, forniscono una visibilità in tempo reale sullo stack tecnologico, così da arrivare alla route cause in pochi secondi e da risolvere i disservizi nelle Telco in modo proattivo, prima che abbiano ricadute negative sul servizio erogato. Ognuno di questi prodotti garantisce funzionalità specifiche, ma è dalla loro integrazione che si ottiene una closed-loop automation, cioè un’ottimizzazione automatica della rete grazie al ciclo continuo di feedback provenienti da monitoring, identificazione e remediation. Ecco perché ai fini del monitoraggio della rete di una Telco è opportuno avvalersi di quei system integrator che posseggono le competenze per operare in questo ambito.