La metodologia Agile Scrum permette alle aziende di conseguire numerosi vantaggi, che spaziano dall’accelerazione del time-to-market applicativo alla migliore qualità del codice.
In un contesto di business dove la puntualità e le prestazioni dei servizi offerti diventano leve di competizione fondamentali, i metodi di sviluppo agili possono quindi rappresentare un’opportunità interessante per qualsiasi organizzazione alle prese con i processi di digitalizzazione.
Scrum è probabilmente il più popolare tra i metodi Agile, che permettono di snellire e accelerare la gestione dei progetti finalizzati alla realizzazione di un prodotto.
Si tratta di un framework, ovvero un insieme di prescrizioni metodologiche e tecniche, che definisce il ciclo di sviluppo software, rilascio e gestione del software secondo un approccio iterativo e incrementale. Sostanzialmente, la pipeline viene suddivisa in sprint (sequenze di eventi) che permettono di raggiungere il traguardo finale gradualmente, attraverso una serie di tappe intermedie. Così si procede per rilasci frequenti che contengono piccole modifiche e aggiunte, ottenendo già benefici e miglioramenti in corso d’opera, senza dovere attendere la release definitiva.
Ogni incremento sviluppato, viene immediatamente testato e quindi distribuito in modalità continua: secondo un approccio empirico, gli utenti fanno esperienza delle modifiche apportate e restituiscono feedback agli sviluppatori. Si ha quindi un’evidenza diretta dei risultati ottenuti prima di procedere allo step successivo, rilevando anche eventuali difettosità da correggere.
Le opportunità per le aziende derivanti dall’adozione della metodologia Agile Scrum sono diverse e ruotano attorno a cinque vantaggi principali.
Il primo grande beneficio della metodologia Agile Scrum è l’accelerazione del time-to-market applicativo. Con la tradizionale metodologia a cascata (waterfall), i progetti di development prevedono tempi di rilascio troppo lunghi e oggi non più sostenibili, vista la velocità richiesta dal business digitale. Procedere per rilasci piccoli e frequenti, permette invece di soddisfare rapidamente le richieste degli utenti finali.
Il metodo empirico adottato all’interno del framework Scrum permette di testare la bontà di ogni singolo incremento, con la possibilità di intervenire subito in caso di errore.
Nei progetti Scrum, inoltre, il team di sviluppo è organizzato in piccoli gruppi di figure estremamente specializzate, che lavorano su un singolo aspetto del software e interagiscono tra di loro.
La correzione tempestiva e le competenze focalizzate contribuiscono a migliorare la qualità del codice.
Il metodo waterfall, poiché prevede un unico rilascio finale completo a valle del processo di sviluppo, aumenta notevolmente il rischio di fallimento dei progetti. Spendere mesi nella messa a punto dell’applicazione per poi accorgersi di eventuali difettosità soltanto dopo il lancio, può avere impatti drammatici in termini di spreco di risorse e danni economici.
Inoltre, le esigenze del business digitale sono in continuo divenire: il rischio è arrivare a chiudere il progetto quando ormai i bisogni sono cambiati e la soluzione rilasciata risulta ormai inutile o inappropriata.
La metodologia Agile Scrum invece, grazie al modo di procedere step-by-step, aumenta il controllo sulla qualità del software, la possibilità di aggiustare la rotta all’occorrenza e l’aderenza alle necessità del business.
La metodologia Agile Scrum incentiva la collaborazione tra i team di sviluppo e gli utilizzatori del software, prevedendo in agenda incontri periodici e tavoli inter-funzionali.
I rilasci frequenti permettono di testare gli incrementi direttamente sul campo, con la possibilità di raccogliere subito i feedback degli utenti. I developers possono quindi verificare la bontà del lavoro svolto, assicurando la migliore user experience e l’allineamento della soluzione ai business needs.
La metodologia Agile Scrum infatti definisce gli obiettivi proprio in funzione della soddisfazione del cliente finale: il progetto è vincente se la soluzione realizzata risponde ai problemi e ai requisiti espressi dagli utenti.
La metodologia Agile Scrum infine è future-proof, sposandosi perfettamente con gli approcci allo sviluppo applicativo cloud native.
Nei moderni ambienti It ibridi ed eterogenei, infatti, la tendenza è realizzare software con architetture modulari che integrano diverse unità funzionali indipendenti (microservizi). I team di developers (tendenzialmente ristretti e molto specializzati) possono lavorare contemporaneamente sui singoli moduli senza compromettere il funzionamento complessivo dell’applicazione.
Le tecniche di sviluppo cloud native si prestano quindi a un modo di lavorare basato su piccoli rilasci incrementali e continuamente testati, con la possibilità di ricevere feedback immediati.