Magazine / Cloud enablement 22 gennaio 2020

Come le app cloud native danno una spinta al tuo business

Le app cloud native possono conferire una spinta ulteriore al business, permettendo di sfruttare appieno le caratteristiche di flessibilità e velocità dei nuovi ambienti IT. La nuvola si è definitivamente affermata come la scelta architetturale preferita dall’impresa digitale.

 

Il modello vincente del cloud computing

Secondo il Politecnico di Milano (Osservatorio Cloud Transformation), l’11% delle grandi imprese italiane dichiara che la nuvola rappresenta l’unica strada percorribile a supporto delle iniziative digitali. Il 42% del campione è comunque convinto che il modello as-a-service sia la via preferibile rispetto all’IT tradizionale.

Insomma, il paradigma del cloud computing sta guadagnando popolarità, soprattutto in virtù dei risparmi economici (le risorse vengono “affittate” in base ai consumi effettivi) e dell’elasticità architetturale. L’infrastruttura infatti si compone di tanti “mattoncini” elementari fruiti come servizio e può essere modulata dinamicamente a seconda delle necessità di business. Gli asset IT forniti dai diversi provider vengono infatti richiamati, scalati e gestiti molto rapidamente, in un ambiente multicloud integrato e flessibile. È chiaro che il modello cloud si presta a sostenere i flussi variabili e spesso poco prevedibili del nuovo business digitale, offrendo una base solida e sicura (garantita dall’affidabilità del fornitore e attraverso i Service Level Agreements).

 

Cosa sono le app cloud native

In questo contesto di estrema agilità, un ulteriore “boost” all’impresa è dato dall’adozione di applicazioni cloud native che permettono di sfruttare appieno le potenzialità della nuvola, assicurando le stesse funzionalità e prestazioni indipendentemente dall’ambiente in cui girano e dall’hardware sottostante. Si prestano pertanto a essere spostate da una nuvola all’altra (pubblica o privata), in soluzione di continuità.

Le app cloud native ricalcano lo stesso principio di “modularità” del cloud, ovvero vengono progettate combinando singole unità funzionali rappresentate dai “microservizi. Tipicamente i microservizi girano all’interno di container (istanze virtuali degli ambienti di runtime), garantendo il funzionamento indipendentemente dall’hardware sottostante. Ogni microservizio può essere compilato e implementato in modo assolutamente indipendente, senza influenzare o compromettere gli altri. L’integrazione e la comunicazione tra le diverse funzionalità avviene tramite Api (Application Programming Interface).

La struttura modulare favorisce l’adozione di metodologie DevOps per lo sviluppo e la gestione del software: ogni funzione di base può essere assegnata a team diversi e modificata a seconda delle esigenze di business, senza inficiare il funzionamento complessivo dell’app. Si crea quindi un circolo virtuoso di collaborazione tra sviluppatori e Operations, che accelera notevolmente le tempistiche di progettazione, rilascio e correzione di eventuali falle.

 

I vantaggi delle app cloud native

Sintetizzando, le applicazioni cloud native possono portare significativi vantaggi all’impresa, ovvero:

  1. agilità e velocità di time-to-market: ogni microservizio viene gestito da un team di sviluppo specifico e di dimensioni ridotte, in grado di lavorare più rapidamente e accelerare i cicli di gestione del software;
  2. scalabilità: poiché le app cloud native sono di dimensioni ridotte, i microservizi possono essere distribuiti e aggiornati rapidamente all’interno delle infrastrutture;
  3. riutilizzo del codice: lo stesso codice di una funzione può essere utilizzato in diverse applicazioni cloud native;
  4. resilienza: la struttura modulare preserva il funzionamento dell’applicazione cloud native in caso una componente risulti difettosa (cosa che le applicazioni tradizionali, con struttura monolitica, non potevano garantire).

Adottare applicazioni cloud native significa quindi essere più veloci nel rispondere alle esigenze mutevoli del business, implementando rapidamente nuovi servizi digitali con la libertà di scegliere l’infrastruttura sottostante e gli strumenti di sviluppo.

 

App cloud native: tre requisiti da cercare in un partner tecnologico

Se il ricorso alla nuvola e alle app cloud native è una via imprescindibile per qualsiasi azienda digitale, la roadmap per passare ai nuovi modelli non è così scontata. Un partner esperto può aiutare a traguardare con successo i progetti di migrazione, guidando l’impresa verso le soluzioni ottimali. Ma quali sono i requisiti che un valido partner deve avere?

Innanzitutto, occorre affidarsi a un partner in grado di supportare le imprese sotto diversi aspetti. Ad esempio, nell’integrazione delle nuvole e nella costruzione di un ambiente IT ibrido ed eterogeneo, dove però i dati aziendali vengano gestiti in continuità e adeguatamente protetti.

La società deve poi saper offrire servizi di application development & maintenance, volti alla creazione e all’aggiornamento di soluzioni software in linea con le esigenze aziendali e basate sulle tecnologie più avanzate. L’obiettivo deve essere quello di costruire un modello di gestione applicativa efficace e personalizzato in base alla tipologia e alle necessità dell’organizzazione.

Infine, l’approccio Agile e DevOps deve rientrare nelle pratiche comunemente adottate dal partner esperto, al fine di accelerare i processi di sviluppo e rilascio applicativo, andando incontro alle richieste del business e ai requisiti delle nuove infrastrutture multicloud.

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