Magazine / Cloud enablement 17 gennaio 2020

Cloud IaaS e PaaS: quali differenze e perché adottarli

Il cloud computing si sta rivelando la scelta obbligata per il digital business, ma ciascuna azienda deve fare precise valutazioni sui modelli da adottare: meglio l’Infrastracture-as-a-service (IaaS) o il Platform-as-a-service (PaaS)? Quali sono le differenze?

 

Tutti i numeri del mercato IaaS e PaaS

Secondo il Politecnico di Milano (Osservatorio Cloud Transformation della School of Management), in Italia il mercato della nuvola ha raggiunto un valore pari a 2,77 miliardi di euro, in crescita del 18% rispetto al consuntivo 2018.

La componente PaaS è cresciuta del 38% arrivando a coprire il 16% della spesa cloud complessiva (le altre quote sono relative alle infrastrutture e al software vendute come servizio). L’ascesa di popolarità del Platform-as-a-Service rispetto agli altri modelli è dovuta, come spiegano gli analisti dell’ateneo meneghino, alla necessità di avere a disposizione: strumenti abilitanti le funzioni di artificial intelligence e Big Data Analytics, architetture serverless, funzionalità per lo sviluppo software e la gestione della sicurezza.

Parimenti in crescita si dimostra il paradigma IaaS, con un aumento della spesa pari al 24% e un’accelerazione soprattutto relativamente ai servizi di gestione dei container.

A livello internazionale, secondo Gartner, il mercato PaaS è destinato a un futuro radioso: dai circa 20 miliardi di dollari totalizzati nel 2019, si passerà infatti a 34 miliardi nel 2022. Le dichiarazioni dell’analista tratteggiano una nuova evoluzione dello scenario cloud: la tendenza è adottare una strategia olistica e pressoché obbligata, dove le componenti PaaS, IaaS e SaaS si integrano in un continuum ovvero in un unico ambiente informativo integrato.

Sempre secondo Gartner, le soluzioni IaaS hanno registrato nel 2018 una crescita mondiale del 31,3% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 32,4 miliardi di dollari. A dominare la classifica si posiziona Amazon, seguito da Microsoft, Alibaba, Google e IBM.

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Differenze tra infrastrutture e piattaforme in cloud nel mercato IaaS e PaaS

Ma quali sono esattamente le differenze tra i due modelli cloud?

Le soluzioni IaaS forniscono al cliente tutte le risorse hardware necessarie a soddisfare le esigenze IT aziendali (server, sistemi di storage, apparati di rete), all’interno di un canone di affitto tipicamente con tariffa flat o in base ai consumi. In sintesi, gli asset vengono erogati come servizio dal datacenter remoto del fornitore, dispensando l’utente dalle onerose attività per la costruzione della facility e l’implementazione delle tecnologie. Non esistono quindi costi iniziali di acquisto delle componenti hardware, mentre il fornitore si fa carico di tutte le operazioni di gestione, manutenzione, aggiornamento e sicurezza dell’infrastruttura fisica. Gli amministratori IT e i sistemisti dell’azienda ottengono un alto beneficio in termini di efficienza e flessibilità architetturale. Infatti non devono più preoccuparsi di gestire e manutenere le componenti hardware, ma piuttosto diventano “orchestratori” di servizi: grazie ad appositi cruscotti di gestione, possono richiamare o dismettere le risorse in cloud secondo le necessità del business, con una scalabilità e rapidità senza precedenti.

Con il PaaS si compie un ulteriore passo avanti: il cliente “affitta” l’intera piattaforma, ovvero un ambiente di elaborazione completo e dotato di solution stack dove sviluppare, testare, implementare e manutenere le applicazioni aziendali. Anche in questo caso il fornitore gestisce l’infrastruttura fisica all’interno di un canone contrattuale, mettendo inoltre nelle mani del cliente tutti gli strumenti e le funzionalità per eseguire le attività di software development, delivery e maintenance (ad esempio, middleware, sistemi operativi, strumenti per la gestione dei database, funzionalità analitiche e così via). L’infrastruttura fisica sottostante alla piattaforma può essere sia di proprietà dello stesso fornitore PaaS oppure di un terzo cloud provider. Il vantaggio di ricorrere a una piattaforma come servizio ricade soprattutto sugli sviluppatori, che dispongono di un ambiente hardware e software integrato per creare, distribuire, gestire un’applicazione senza la necessità di effettuare autonomamente il provisioning dell’infrastruttura sottostante.

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